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Messaggero-Tempo pieno e tutor, in vista ritocchi alla riforma

Tempo pieno e tutor, in vista ritocchi alla riforma Il ministro apre a modifiche del decreto. I direttori didattici: non possiamo dare certezze alle famiglie di ANNA MARIA SER...

20/01/2004
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Il Messaggero

Tempo pieno e tutor, in vista ritocchi alla riforma
Il ministro apre a modifiche del decreto. I direttori didattici: non possiamo dare certezze alle famiglie
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Il Movimento sul tempo pieno non arretra e la protesta passa dalla piazza agli istituti. Le madri minacciano sit-in e occupazioni, gli insegnanti fanno scudo contro il maestro tutor, i direttori e i presidi fronteggiano i problemi dalla loro trincea. Al centro c'è il decreto Moratti sulla riforma. La sinistra lo ha preso di mira: "E' un attacco al tempo pieno, un ritorno al doposcuola degli Anni Sessanta". Il centrodestra lo difende: "Dai partiti di opposizione solo battaglie ideologiche e strumentali". Ma in ambienti bene informati circola voce che il governo sia disposto a ritoccare il controverso decreto. Anche il ministro Moratti si era detto disponibile ad eventuali "miglioramenti".
Il cambiamento di rotta potrebbe avvenire nei prossimi giorni. Da oggi, infatti, i partiti depositeranno i loro emendamenti prima di arrivare al voto delle Commissioni parlamentari. E uno partiti di maggioranza, l'Udc, esprimerà parere favorevole a condizione che siano messi in salvo il tempo pieno e il team dei maestri della elementare.
Intanto si consuma lo scontro politico tra ministro, sindacati e partiti, mentre nelle segreterie delle scuole i problemi diventano esplosivi. Il 31 gennaio scadono i termini per le iscrizioni. "E le famiglie sono costrette a fare delle scelte - afferma il leader dei presidi Giorgio Rembado - Senza avere la certezza che queste scelte siano garantite. La verità è che c'è un quadro di incertezza generale". "Le famiglie chiedono lumi però restano deluse, perché la circolare è contraddittoria - sostiene Karicla Bindi, direttrice del circolo Gioacchino Belli di Roma - Pensano di iscrivere liberamente i figli al tempo pieno, ma dobbiamo spiegare che la scelta è molto relativa. Se abbiamo due classi a tempo pieno, l'anno prossimo non ne avremo quattro...". Però in questi giorni il ministro ha ribadito che la famiglie possono esprimere la loro opzione sul tempo scuola. "Se si parla di opzionalità il tempo pieno va salvaguardato - sottolinea ancora il leader dei presidi Giorgio Rembado - Ma ci sono difficoltà oggettive, esistono limiti di spesa e di risorse che non sono stati rimossi". "Il ministro ha dimenticato di dire alle famiglie che le scuole devono fare i conti con l'organico - prosegue la Bindi - Non possiamo "splafonare". La circolare parla di scelta, ma dice anche che c'è l'obbligo di usare i criteri dell'anno scorso. In realtà, viviamo un momento di grande confusione. Quanto ai posti del tempo pieno, rispetto alle classi a "moduli", è bene che le famiglie sappiano che sono molto limitati. Dipende tutto dagli organici, che nessuno pare intenzionato ad aumentare, anzi".
E i maestri? Si sentono assediati dalle misure per il tempo pieno e l'arrivo del tutor. "Solo a sentire parlare del "super-maestro" - sostiene ancora la direttrice romana Karicla Bindi - le reazioni sono estremamente negative. Parità e collegialità tra i docenti sono conquiste che non si possono rimettere in discussione". Il Movimento per il tempo pieno, intanto, affila le armi. "Dopo la manifestazione faremo le occupazioni - sostiene Piero Bernocchi, dei Cobas - Vedremo come risponderà il governo, ma il ministro Moratti ora è più delegittimato". La riforma della scuola? "Ci riporta indietro di 40 anni", afferma Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci, che ha parlato ieri a Ferrara. "La qualità del tempo pieno non si tocca - afferma la senatrice diessina Chiara Acciarini - Quelle dieci ore di mensa settimanali sono una follia, concepita solo per risparmiare personale. Che cosa dovrebbero fare i bambini, stare a tavola due ore al giorno?".
Per Alessandra Cenerini, presidente dell'Adi, un'associazione di docenti che solitamente esprime posizioni controcorrente, c'è "una grande incompetenza bipartisan" e "troppa demagogia sia a destra che e a sinistra". "E' in corso una battaglia politica all'ultimo sangue - dice la Cenerini - però molti dimenticano che il tempo pieno con la riforma del '90 era stato dichiarato "residuale". In ogni caso, il decreto della Moratti non mi piace: ignora il titolo V della Costituzione, dimenticando che lo Stato non è più il datore di lavoro dei docenti, ma lo sono le Regioni, dimenticando anche che la scuola è autonoma". Ma la scuola dell'autonomia si sente schiacciata da un "centro" che vuole ancora pesare troppo.


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