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Messaggero-Sul banco spunta il pc

Sul banco spunta il pc di RAFFAELE SIMONE pare continuerà su questa linea con le altre scuole. Dalle cronache non è chiaro se nell'aula di Torricella, equipaggiata di ...

02/06/2004
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Il Messaggero

Sul banco spunta il pc
di RAFFAELE SIMONE

pare continuerà su questa linea con le altre scuole. Dalle cronache non è chiaro se nell'aula di Torricella, equipaggiata di "banchi tecnologici", i ragazzi troveranno anche libri, quaderni, lavagna e magari anche un insegnante in carne e ossa.
Dobbiamo essere contenti? Basteranno i banchi tecnologici a rinnovare la nostra scuola? Alcuni contano addirittura che l'informatizzazione risolverà tutti i problemi. In un libro di qualche anno fa ( Scuolit , Mondadori, Milano 2000), ad esempio, lo psicologo Domenico Parisi arrivava a dire che, siccome il linguaggio verbale (di cui la scuola è intrisa da sempre) dà luogo ad un apprendimento nel quale "si impara a memoria, senza capire", è meglio sostituirlo con il computer, che invece ci avvicina al reale. Parisi riteneva inoltre che imparare "con l'aiuto di un essere umano, l'insegnante, limita fortemente la possibilità di apprendimento": infatti "l'insegnante è costoso, è disponibile solo entro limiti di tempo molto ristretti, va diviso con altri e va preso così com'è, buono o cattivo, motivato o non motivato". Come si rimedia a queste limitazioni? Eliminando l'insegnante con tutte le parole che dice, e mettendo al posto dell'uno e delle altre un computer, magari montato in un banco tecnologico, come si farà a Torricella.
Prima di plaudire all'esperimento di Torricella Sicura, quindi, pensiamoci un attimo. Ci aiuta un libro polemico di Clifford Stoll ( Confessioni di un eretico high-tech , Garzanti, Milano 2001: da qui traggo i passi tra virgolette che seguono). Stoll sottolinea anzitutto che imparare con il calcolatore non è affatto divertente come si dice. Può essere al contrario una pratica noiosa e ripetitiva. I computer inoltre non avvicinano alla realtà (come si pretende), ma ne allontanano, come si vede dai giochi elettronici, coi quali nessuno si è mai sbucciato un ginocchio (ma si è semmai svuotato la testa).
Non basta. Il computer è il principale nemico del libro e della lettura, spinge all'analfabetismo e all'incultura, e può indurre (come è successo specialmente negli Usa) a creare intere biblioteche "senza libri", trasformate in pure mediateche. Questo è un danno immenso, perché non si conosce ancora un deposito di conoscenze che sia più efficiente di un libro. Il computer è poi, malgrado le apparenze, nemico di diverse forme di apprendimento: ad esempio, nemico della matematica, perché uccide il gusto del calcolo e della ricerca della soluzione, trasformando "il problem-solving in un puro schiacciare un bottone".
Ma ci sono anche aspetti sociali. Il computer isola le persone invece che affiancarle e indurle a cooperare. Ognuno sta solo dinanzi al suo monitor, manda messaggi elettronici a gente lontana, mentre il mondo collettivo scompare. Insieme a questo, l'abbondanza di "cose che si vedono" produce paradossalmente un impoverimento dell'esperienza: le cose si vedono, ma non ci sono. Per questo, secondo Stoll, nessun luogo è meno adatto al computer della scuola dell'infanzia e della pre-scuola, dove è indispensabile toccare le cose.
Detto questo insieme a Clifford Stoll, devo precisare che non sono affatto nemico dell'informatica e della telematica, neanche nella scuola. Tutto dipende però dal dosaggio: queste due risorse debbono essere messe al servizio di qualcosa di più forte, che le governi e le inquadri. È il contatto con le persone. Come disse una volta il mio amico Fernando Savater, quel che è importante non è "connettersi" con un altro computer, ma con la mente dei compagni e degli insegnanti. Solo se questa connessione funziona il computer potrà servire. Col computer in cattedra, si corre invece il rischio di creare una scuola dove tutti stanno fermi, nessuno parla e nessuno tocca niente. Spero che non sia una scuola come questa (silenziosa, immobile, immateriale) quella che vedrà la luce a Torricella Sicura.


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