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Messaggero-Sindacati in rivolta. Pezzotta: sarà mobilitazione Epifani: poca serietà e tanti interessi di partito

Sindacati in rivolta. Pezzotta: sarà mobilitazione Epifani: poca serietà e tanti interessi di partito ROMA Sonno dure le reazioni dei leader sindacali alla sortita del premier Berlus...

31/03/2005
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Il Messaggero

Sindacati in rivolta. Pezzotta: sarà mobilitazione Epifani: poca serietà e tanti interessi di partito
ROMA Sonno dure le reazioni dei leader sindacali alla sortita del premier Berlusconi a proposito del ocntratto delgi statali. Si va dal "Non si può andare avanti così" di Savino Pezzotta al secco "Trovo poco serio affrontare problematiche così impegnative in questo modo" di Guglielmo Epifani.
"La trattativa dell'elastico non serve e non mi piace", comemnta il numero uno dela Cisl. E poi, rivolto al governo: "Sarebbe meglio si mettessero d'accordo, credo sia inutile andare avanti con un dibattito sui giornali. Se non si apre una trattativa, se non si viene incontro alle esigenze del sindacato, c'è una questione che si pone su un governo che, in qualità di datore di lavoro, si nega al confronto col sindacato, e questo non è accettabile". E Pezzotta rinadisce il suo giudizio. Si tratta di "una questione politica. C'è un contratto scaduto da 15 mesi - che non viene rinnovato. La responsabilità di questo non rinnovo sta in capo alla mia controparte, che in questo caso è il governo. Le richieste del sindacato sono conosciute, sono richieste serie. Se non si rinnova il contratto, è chiaro che dovremo mettere in campo alcune iniziative e qualche mobilitazione".
Il leader della Cgil, dal canto suo, ricorda che "tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori del settore pubblico, della scuola, della sanità e della ricerca da quindici mesi stanno aspettando il rinnovo del loro contratto. Non si affrontano queste questioni né con le interviste, né con gli interessi dei partiti. Mi pare si tratti di un ritorno indietro molto preoccupante, che speravamo di aver superato quando nacque l'Aran. Per la Cgil vale quel che si dice ai tavoli di trattativa, di cui ancora non si vede l'ombra. Tutto il resto è sospetta propaganda elettorale".
"È una cifra insufficiente, e poi soprattutto una trattativa non si fa sui giornali", fa eco il leader della Uil, Luigi Angeletti. "Sono due gli aspetti di questa vicenda: una di sostanza, e cioè le quantità che sono insufficienti, e una di qualità di rapporti perchè le trattative non passano attraverso i media. Devono essere trattative vere con una conseguente modifica delle posizioni. Se il governo pretende di fare una trattativa, ma poi la fa sui giornali, dove ci dice che la posizione è questa... allora, di cosa stiamo parlando?".


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