Messaggero- "Si torna indietro d'un trentennio"

LE CONTESTAZIONI
"Si torna indietro d'un trentennio"
ROMA Fischi e applausi sui due ulteriori passi compiuti ieri dalla riforma dell'Istruzione. la senatrice Maria Chiara Acciarini dei Ds commenta: "Il ministro ha ridefinito con un decreto il principio costituzionale dell'obbligo scolastico, sostituendolo con il fumoso diritto-dovere all'istruzione e alla formazione professionale che ci riporta indietro di 30 anni". Il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli è convinto invece che così: "si fa un altro passo avanti verso una scuola più moderna e al passo con l'Europa. Si rende possibile ai giovani di 15-18 anni di acquisire competenze e capacità".
Luciana Sbarbati, segretario dei repubblicani europeila definisce "la riforma dei tre meno, ovvero meno soldi (da 8 miliardi a 90 milioni), meno ore (da 37 a 27) e meno qualità. L'alternanza scuola-lavoro avrà effetti nefasti". Critico anche il segretario generale della Cisl-scuola Francesco Scrima: "Il limite delle risorse spiega impedisce di considerare l'alternanza una opportunità formativa per tutti gli studenti, aprendo a una inevitabile selezione".
Secondo la Confindustria il via libera del Consiglio dei ministri al decreto attuativo sull'alternanza scuola-lavoro è "un passo importante nell'avvicinare i giovani al lavoro, aspetto essenziale per la competitività". Il decreto "consente agli studenti di poter apprendere anche fuori dell'aula", mentre le imprese "potranno offrire ai giovani opportunità di crescita culturale, di conoscenza delle tecnologie".
Titti De Simone, capogruppo di Rifondazione Comunista in commissione Scuola alla Camera: "Si ritorna al modello di avviamento al lavoro che caratterizzava una scuola classista e selettiva, che abbiamo sempre combattuto e che si rivela essere il pilastro della riforma Moratti".