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Messaggero: Scuola, stop alla giungla di indirizzi:

regolamento taglierà 400 specializzazioni

09/12/2008
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Il Messaggero

di Anna Maria Sersale
ROMA (9 dicembre) - Scuola, stop alla giungla di specializzazioni. Con il nuovo regolamento che è in arrivo ci sarà una sforbiciata. Di indirizzi ne abbiamo un numero spropositato: sono oltre quattrocento, tra ordinamentali e sperimentali, tra questi molti rami secchi. Siamo arrivati a tanto gonfiando smisuratamente le sperimentazioni senza mai cancellare i corsi originari: così abbiamo moltiplicato ore di lezione e cattedre. Un fenomeno iniziato una quindicina di anni fa. La flessibilità didattica introdotta dalle sperimentazioni Brocca è sicuramente un bene, l’adattamento al territorio pure, tuttavia si è talmente esagerato che non sono più confrontabili i curriculum degli istituti. Ma ora si cambia. Il regolamento della Gelmini che approderà in Consiglio dei ministri il 19 dicembre prevederà undici macro-aree (9 di indirizzo tecnologico e 2 di indirizzo economico e commerciale), all’interno delle quali ricondurre i tanti rivoli attualmente esistenti nei tecnici commerciali e industriali.

In attesa del riordino, nelle scuole sono slittate le iscrizioni di un mese (28 febbraio) e si è fermata l’attività di orientamento per chi deve passare dalle medie alle superiori. I presidi, infatti, non possono presentare l’offerta formativa del 2009-2010 finché non avranno le idee chiare. Le sperimentazioni non spariranno, ma saranno sensibilmente ridimensionate. Sarà il regolamento che andrà all’approvazione di Palazzo Chigi a dettare i nuovi quadri orari, con le riduzioni delle materie e degli indirizzi.

Il ministero sta ancora limando le bozze, ma è certo che gli orari dei tecnici scenderanno da 36 a 32 ore, mentre quelli dei licei passeranno da 32 a 30 ore come massimo (nel liceo senza sperimentazioni il monte settimanale è di 25 ore). Ma i sindacati sono in allarme. «Ci saranno delle materie che verranno penalizzate», sostiene Mimmo Pantaleo segretario nazionale della Flc-Cgil. «Un riordino ci voleva, ma nei tecnici - afferma Rino Di Meglio della Gilda - saranno proprio le discipline scientifiche a perdere ore, inoltre ci sono materie che rischiano di sparire». «Non è pensabile che resti la giungla che c’è - ammette Francesco Scrima, segretario Cisl - ma non si possono fare danni. Per esempio, il taglio del latino al liceo scientifico è stato scongiurato». «Ora - sottolinea Massimo Di Menna, Uil - si tratta di capire come funzioneranno le undici macro-aree. Comunque le scuole avranno una flessibilità oraria che consentirà di non rinunciare a sperimentazioni importanti». Perplesse le associazioni professionali. I chimici temono che la loro disciplina venga sminuita fino a sparire «nel calderone delle scienze».

I regolamenti in applicazione della legge 133 saranno quattro. Il primo e più atteso è quello che riguarda gli istituti tecnici e professionali. In realtà per i professionali il regolamento slitta perché le Regioni hanno puntato i piedi e non mollano una materia che, stando alla riforma del titolo V della Costituzione, è di loro competenza. Per questo il ministro Mariastella Gelmini oltre ad avere attivato la Conferenza Stato-Regioni ha aperto un tavolo tecnico che si occuperà della riforma dell’istruzione professionale. E i tecnici? Non diventeranno licei, dando ragione alla Confindustria che negli ultimi anni si è battuta per la difesa di questo segmento dell’istruzione. Gli otto licei della riforma Moratti, del resto, erano stati già bloccati da Fioroni, che aveva sfilato dalla struttura dei licei quelli tecnologici e economici. Fioroni aveva anche provato a riformare i tecnici. Il ministro del governo Prodi aveva già parlato di riduzione di indirizzi, materie e orari. Aveva anche messo al lavoro una commissione guidata dal professor De Toni. Ora la Gelmini, almeno in parte, raccoglie i risultati di quella commissione.

Ma è vero che l’istruzione tecnica è la più affollata? Sì, con oltre un milione e 400 mila studenti (il 55 per cento del totale delle superiori) è il segmento numericamente più consistente. Però con i professionali (che toccano punte più elevate) ha problemi di dispersione scolastica. Il nuovo regolamento prevede di accorciare il percorso con una modifica dell’orario annuale. Per i tecnici, infatti, è allo studio l’ipotesi di prevedere spazi di autonomia oraria del 20% nel primo biennio; del 30% nel secondo; e del 35% nell’ultimo anno.


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