Messaggero-Scuola, prof in rivolta per il contratto
L'autunno caldo dell'istruzione/In attesa del verdetto del Consiglio di Stato resta l'incognita delle graduatorie. Il ministero rassicura: nessun problema Scuola, prof in rivolta per il contratto I ...
L'autunno caldo dell'istruzione/In attesa del verdetto del Consiglio di Stato resta l'incognita delle graduatorie. Il ministero rassicura: nessun problema
Scuola, prof in rivolta per il contratto
I sindacati al governo: "Subito il tavolo delle trattative". La Gilda: "Salari europei"
di ANNA MARIA SERSALE
ROMA - I sindacati della scuola sono sul piede di guerra. Aprono le ostilità con lo sciopero del 9 settembre in Lombardia, la regione che insieme al Veneto e alla Puglia ammette che l'obbligo, anzichè a scuola, si possa assolvere nei Centri di formazione professionale. La seconda tappa sarà la mobilitazione nazionale: i rappresentanti dei prof avvertono: "Abbiamo chiesto un incontro urgente al ministro Moratti, se non avremo risposte concrete scatterà la protesta". Sul tappeto problemi esplosivi. "L'anno inizia tra mille incertezze, a cominciare dal contratto di lavoro - avverte Massimo Di Menna, segretario nazionale della Uil scuola - La verità è che siamo ancora in attesa dell'atto di indirizzo del governo e non sappiamo che cosa ci verrà offerto, nè quando partiranno le trattative". "Troppi errori dei politici sulla pelle degli insegnanti - sostiene Alessandro Ameli, coordinatore della Gilda - Da anni siamo in attesa dell'adeguamento dei salari alle medie europee. E' ora che il nostro ruolo venga riconosciuto: non siamo più disposti ad essere il fanalino di coda della società".
Il problema dei soldi in busta paga è uno dei più caldi, ma altre mine rendono accidentato il terreno. La Moratti ha iniziato un duro braccio di ferro con il Tar del Lazio, decidendo di impugnare la sentenza che ha bocciato i criteri di formulazione delle graduatorie. Il ministro ha fatto appello al Consiglio di Stato, convinto di ottenere la sospensiva. Ma nel frattempo si è aggiunto un nuovo ostacolo: "Per effetto della legge Frattini sul ricambio della dirigenza - accusano i Diesse - i manager regionali non potranno apportare correttivi alle graduatorie, perchè non più abilitati agli atti di straordinaria amministrazione". Il governo replica: "Non è vero, con una circolare abbiamo previsto che nei casi di emergenza possano adempiere a qualsiasi compito". I manager, tra l'incudine e il martello, temendo anche eventuali ricorsi, per ora attendono ordini da viale Trastevere. La linea scelta dalla Moratti è quella di confermare le graduatorie, ignorando la sentenza del Tar in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato.
Intanto, tra i precari monta la protesta. Sono 80 mila i posti vacanti da coprire con supplenze. Secondo il ministero l'anno inizierà con tutti gli insegnanti in cattedra, ma i sindacati non sono affatto convinti e saparano a zero: "Dichiarazioni di facciata - sostiene Enrico Panini, della Cgil nazionale - In realtà è il contrario, sono 40 mila le nomine a rischio. La sentenza del Tar è chiara: i criteri adottati dal ministero sono sbagliati e hanno leso i diritti di migliaia di persone". Su questo punto concordano tutte le organizzazioni sindacali: "Il ministero sminuisce la gravità dell'accaduto, dichiarando che si tratta di pochi casi in Italia. Anche se i docenti che hanno fatto ricorso sono poche migliaia, una volta che è stato riconosciuto un errore non si può persistere. Il principio affermato dal Tar va esteso a tutti: è illegittimo il doppio punteggio dato a chi ha frequentato le Scuole di specializzazione e ha prestato servizio a scuola".
"Quello della scuola è un disastro annunciato - attacca Maria Grazia Pagano, capogruppo dei Diesse in Senato - Quest'anno con il pasticcio delle graduatorie per i professori sarà una via crucis. Molti precari si troveranno fuori dalle liste e dovranno attendere la chiamata diretta dei presidi. E nelle scuole si riparte con il valzer delle cattedre". "Sono a rischio i fondi, le cattedre e i calendari: la Moratti ha sbagliato tutto - critica con toni duri Enzo Carra, responsabile Cultura della Margherita -. Ora il ministro dica che cosa vuol fare, anzi, che cosa sa fare". Intanto, è iniziato il conto alla rovescia. Manca una manciata di giorni all'apertura del nuovo anno scolastico. Lunedì 2 settembre, l'1 è domenica, presidi e professori torneranno negli istituti: sono 7.208 le materne, 8.142 i plessi della elementare, 1.603 le sedi delle medie e 4.828 le superiori; cui si aggiungono 3.282 istituti "comprensivi", che ospitano il ciclo scolastico dall'asilo alle medie).