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Messaggero: Scuola, contrordine: primo passo l’obbligo a 16 anni

Dopo l’annuncio del premier Prodi/ Verranno eliminati portfolio e tutor, si ritornerà al vecchio tempo pieno alle elementari

29/05/2006
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Il Messaggero

Tra le modifiche alla riforma Moratti, anche l’abolizione della scelta a 14 anni fra istruzione e formazione
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Stop alla riforma della scuola, l’Unione modificherà la legge Moratti. Lo ha detto Romano Prodi due giorni fa, annunciando il primo programma di governo. Nei primi cento giorni del Professore ci sono anche altre priorità, tra cui il rientro dall’Iraq, la giustizia e la legge per Roma Capitale, ma la scuola, per l’importante ricaduta sociale, è ai primi posti dell’agenda. Il cambiamento avrà l’effetto di un ciclone per insegnanti e alunni? «No, perché molte cose della legge Moratti non sono state attuate - afferma Alba Sasso, Ds, per due legislature in Commissione Istruzione alla Camera, ora rieletta - Gli insegnanti hanno fatto resistenza. Alle elementari, per esempio, si sono rifiutati di demolire i “moduli” e al tutor hanno sbarrato il passo, dicendo “no” al ritorno del maestro unico e alle gerarchie tra pari che avrebbero stravolto il loro compito. Ma al tutor, che tanto è solo sulla carta, penseremo dopo avere bloccato il decreto sulle superiori».
E’ il decreto sul secondo ciclo, dunque, il punto di partenza. Del resto a fine legislatura, quando il governo Berlusconi era agli sgoccioli, con un accordo tra l’allora ministro Moratti e le Regioni dissidenti, si convenne di «far slittare al 2007 l’attuazione della riforma delle superiori», immaginando che in caso di vittoria delle Cdl sarebbe stato tutto confermato. Diversamente, con la vittoria dell’Unione, il nuovo esecutivo avrebbe azzerato (o cambiato?) la legge Moratti.
«Non sarà un colpo di spugna - avverte Franca Bimbi, della Margherita, eletta nelle liste dell’Ulivo, l’esperta alla quale fu affidata la parte scuola e università del programma dell’Unione - Ma i cambiamenti ci saranno». Quali? «L’innalzamento dell’obbligo a sedici anni è uno dei nostri punti qualificanti, lo faremo il prima possibile, ma dal momento che richiede una spesa occorre prima rivedere i conti pubblici».
Poi? Torna il primato del pubblico, assicura il ministro in persona. Giuseppe Fioroni dice che ripristinerà la dizione di «ministero dell’Istruzione pubblica». Questo è un primo segnale, che non significherà, comunque, la perdita della parità conquistata dai privati, e che nessuno mette in discussione. «Per dare certezza e stabilità pezzi della riforma verranno rapidamente modificati - ha dichiarato Fioroni a Campobasso - non per abrogare ma per costruire laddove è stata distrutta la possibilità di avere un sistema formativo pubblico». Principi sostenuti anche dal viceministro all’Istruzione, Mariangela Bastico: «Vogliamo un sistema nazionale di istruzione, con una scuola che sia radicata nel territorio».
Ma sulla scuola è scontro tra i due Poli. Dice Giuseppe Valditara, di An, anche lui in Commissione nella passata legislatura: «Se fermeranno la riforma Moratti sarà a rischio il futuro dei nostri figli». Poi il senatore afferma di non essere d’accordo con il «biennio iniziale di orientamento» nella scuola superiore: «Una sciocchezza che ricorda la riforma Berlinguer».
Ma torniamo al programma dell’Unione. «Sparirà la scelta precoce a 14 anni - sottolinea Maria Chiara Acciarini, eletta al Senato per i Ds, esperta di scuola, per due legislature in Commissione al Senato, ora sottosegretario alla Famiglia nel ministero della Bindi - Garantiremo l’innalzamento dell’obbligo, che ricondurremo nell’alveo dell’istruzione, abolendo la possibilità di sostituire l’istruzione con il canale di avviamento al lavoro». «Fondamentale - incalza ancora la Acciarini - sarà anche il no alla devolution. Non permetteremo che il sistema scolastico si frantumi in una regionalizzazione insensata. Ristabiliremo norme a garanzia dell’impianto unitario e nazionale della scuola e rafforzeremo l’istruzione tecnica che non può essere dispersa. Si può invece discutere su competenze di carattere amministrativo e quote di programmi regionali». «Elimineremo il portfolio e tornerà a pieno titolo il tempo pieno alla elementare - avverte la deputata Ds Alba Sasso - Infine, alla maturità torneranno anche i commissari esterni».


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