Messaggero: Scuola, bloccata la riforma dei licei
Stop dal Consiglio di Stato. Gelmini: «Partirà regolarmente»
di ANNA MARIA SERSALE
ROMA - Il Consiglio di Stato blocca il riordino dei licei. Ma il ministro Gelmini replica: «Nessun passo indietro, risponderemo ai giudici, la riforma partirà dal prossimo anno scolastico». Sarà una corsa contro il tempo. Per evitare che salti il progetto dei nuovi licei il ministro prevede «un rinvio delle iscrizioni, fino a fine marzo, così ci sarà il tempo per i chiarimenti e per dare la possibilità alle famiglie di fare scelte consapevoli». Le obiezioni sollevate dai giudici, dunque, secondo viale Trastevere sono ostacoli superabili. Ma che cosa obietta Palazzo Spada? Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini nel decidere il riordino delle superiori si sarebbe spinta», delega che aveva come priorità il «contenimento della spesa e la razionalizzazione delle risorse». Secondo i giudici, invece, il regolamento non si limita «alla ridefinizione dei piani di studio e alla revisione dei quadri orari» contenendo disposizioni che eccedono tale ambito. Il collegio di Palazzo Spada mette in discussione anche il fatto che «l’ampia revisione operata possa riguardare la quota dei piani di studio che dovrebbe essere decisa in autonomia dagli istituti (per il 20 e il 30% del monte ore)». Perfino i «dipartimenti per il sostegno alla didattica» e i «comitati scientifici per l’utilizzazione degli spazi di flessibilità» potrebbero cozzare con l’autonomia e non convincono il Consiglio di Stato. Lo stop, comunque, sembra dettato dalla volontà di bloccare una riforma della scuola che passerebbe mediante “regolamento”, evitando l’iter legislativo in Parlamento.
Per queste ragioni i giudici chiedono chiarimenti a viale Trastevere per capire come si è arrivati a una “estensione” della delega. Intanto, i sindacati sono sul piede di guerra. Dice Mimmo Pantaleo, segretario nazionale della Flc-Cgil: «Dopo le bocciature del Consiglio nazionale della Pubblica istruzione e della Conferenza delle Regioni arriva il parere negativo del Consiglio di Stato.E’ la conferma che le nostre osservazioni fortemente critiche erano più che fondate. Ribadiamo ora con maggior forza che è il caso di fermarsi». Anche Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, chiede il rinvio: «E’ una controriforma e salterà anche perché mancano i pareri delle commissioni parlamentari», ne è convinto il portavoce nazionale dei Cobas Piero Bernocchi.
La maggioranza fa quadrato e dopo i chiarimenti con Palazzo Spada l’iter dovrebbe riprendere. Però dietro le quinte anche tra i parlamentari Pdl qualche mugugno c’è. Alcuni, tra cui l’entourage di Formigoni, criticano il fatto che «la riforma dei licei ricalchi un po’ troppo quella voluta da Fioroni avendo abolito il doppio canale della Moratti». In poche parole alcuni esponenti di maggioranza rimproverano ai regolamenti della Gelmini di non riprendere il principio che la formazione professionale costituisca un «canale alternativo e paritario» con quello dell’istruzione, tale da permettere anche nel professionale l’assolvimento dell’obbligo. Ma il ministro sa che proprio su questo punto si è affossata la riforma Moratti.