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Messaggero: Rusconi: «Sì alla prova uguale per tutti, magari a lettura ottica»

Mario Rusconi, vicepresidente dell'Associazione nazionale presidi e preside del liceo Newton - una prova nazionale standardizzata sarebbe utile per avere una maturità più seria e anche un feedback più oggettivo, che oggi manca, sulla preparazione degli alunni

29/06/2009
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Il Messaggero

ROMA - Preside, il ministro Gelmini vuole cambiare la maturità per renderla più oggettiva con una prova nazionale standardizzata. Ce n'è davvero bisogno?
«Sono d'accordo con il ministro - risponde Mario Rusconi, vicepresidente dell'Associazione nazionale presidi e preside del liceo Newton - una prova nazionale standardizzata sarebbe utile per avere una maturità più seria e anche un feedback più oggettivo, che oggi manca, sulla preparazione degli alunni. Finora ha parlato solo l'Ocse con i suoi dati, adesso dobbiamo valutarci anche noi. La maturità può essere una buona occasione. Peraltro l'esame delle superiori, senza questa prova nazionale, finirà con il risultare meno duro di quello di terza media dove già da due anni esiste un test uguale per tutti predisposto dall'Invalsi che in questa sessione d'esame ha anche pesato sul voto dei ragazzi».
Come dovrebbe cambiare la terza prova?
«Sono d'accordo sul test nazionale uguale per tutti corretto all'esterno. Magari una prova a lettura ottica. A questo scritto darei anche un maggior peso in termini di punteggio. Credo che già una soluzione del genere migliorerebbe del 30% l'attuale esame. Poi bisognerebbe puntare, però, anche sulla preparazione e l'aggiornamento, anche in termini di capacità e metodi di valutazione, dei docenti. Oggi, con il contratto di lavoro che c'è per questa categoria, si dà per scontato che un docente assunto dallo Stato non abbia alcun obbligo di formazione. A volte, girando per commissioni, mi è capitato di sentire le teorie più disparate su come valutare un compito».
Oggi la maturità è fine a se stessa, il voto non viene preso in considerazione dalle università.
«E' vero e succede perché gli atenei non ritengono attendibili i criteri di valutazione delle scuole. Del resto hanno fatto scalpore lo scorso anno i dati sui cento e lode: in Lombardia furono una quarantina, in Calabria oltre cento, ma secondo l'Ocse in Calabria la preparazione media degli studenti è più bassa. Se, però, la maturità cambierà faccia, anche con il test nazionale da aggiungere alle altre prove, tutto questo dovrà cambiare. Comunque io non la eliminerei: ha ancora un significato forte per i ragazzi, è sempre un rito di passaggio importante. Basta solo renderla più rigorosa. E a quel punto il ministero dovrà costringere anche le università a tenere conto di questo cambiamento».
G.A.


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