Messaggero-Roma-La protesta

LA PROTESTA
di ALESSANDRA MIGLIOZZI
e RAFFAELLA TROILI

Aumentano le iscrizioni nelle scuole dell'infanzia di Roma e provincia (per l'anno scolastico 2005/2006 sono previsti 50.425 bambini contro i 49.606 del 2004/2005, 22.143 sono gli iscritti romani), ma stavolta nessuno rimane in coda. Le liste di attesa per le materne statali, infatti, sono già state abbattute. "E' la prima volta che riusciamo ad ottenere un risultato del genere in fase di iscrizioni - commenta il direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale, Maria Maddalena Novelli - Di solito i bambini in lista di attesa vengono inseriti a scuole già iniziate, quando si creano posti vacanti. Invece negli ultimi giorni siamo riusciti a trovare una collocazione per tutti". Mamme e papà, insomma, possono stare più tranquilli. "Il merito dell'operazione - segnalano dalla direzione regionale - va all'incremento dell'organico: abbiamo avuto 30 insegnanti in più per il Lazio". E sono cresciute anche le classi, che su Roma e provincia passano dalle 2.056 dello scorso anno alle 2.123 previste per il 2005/2006, con un incremento soprattutto di quelle a tempo pieno.
Nonostante i numeri positivi i sindacati sono scettici. "Esistono delle liste d'attesa "nascoste" - dice Mimmo Rossi, della segreteria regionale della Flc Cgil -. Per legge, infatti, vengono conteggiate solo quelle in cui il numero dei bambini è pari o superiore a quindici: se in un plesso ci sono 4 alunni in attesa, quelli non vengono calcolati e rimangono comunque fuori. Abbiamo già chiesto al Csa (l'ex Provveditorato, ndr) di fornirci i numeri relativi a questo fenomeno. Se su Roma ci fosse anche un solo bambino in attesa per scuola, gli esclusi sarebbero circa 200". "Forniremo i dati richiesti - risponde il direttore Novelli - ma ricordiamo che è la legge ad imporci di conteggiare solo liste che vanno dai 15 bimbi in su". Incredula l'assessore alle Politiche educative del Comune, Maria Coscia: "Mi sembra un po' strano, di solito al momento delle iscrizioni si verificano sempre delle liste d'attesa. A quel punto ci mettiamo al lavoro insieme (193 i plessi comunali, che assorbono circa 33 mila bambini) per cercare di accogliere tutti. Un forte potenziamento lo escludo, dato che le sedi gliele diamo noi". Altra questione riguarda il numero di studenti per classi. "Le liste di attesa sono state smaltite - commenta Vincenzo Alessandro, segretario regionale della Cisl scuola - ma le classi sono state riempite portandole in moltissimi casi a 28 unità, il massimo consentito. Tutto questo a discapito della didattica". La risposta della direzione scolastica fa appello alle normative vigenti. "E' la legge che consente di arrivare fino a 28 alunni", dice la Novelli. A preoccupare i sindacati è anche la questione dei disabili: crescono (da 697 a 727), mentre i docenti restano gli stessi (circa 270). "Di solito - commenta Vincenzo Alessandro segretario regionale della Cisl scuola - l'amministrazione interviene a settembre con delle deroghe. Ma si tratta di una soluzione che non giova alla continuità didattica: l'insegnante in questi casi è un supplente che l'anno dopo non c'è più". "Le Finanziarie ci impongono di non aumentare i posti di sostegno", dice Novelli. L'ultima questione, gli anticipi. "Ci risulta - dice Mimmo Rossi della Flc Cgil - siano state autorizzate le iscrizioni di 858 bimbi di 2 anni e mezzo all'asilo. Chiederemo dei controlli. Per noi non possono stare in classe: mancano clausole apposite nei contratti degli insegnanti e poi vogliamo essere certi che prima entrino tutti i piccoli aventi diritto, quelli dai 3 anni in su".