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Messaggero-Rivalità e insoddisfazione, metà dei professori sull'orlo di una crisi nervosa

Miglietta (Cgil): "Crescono le domande di inidoneità alla professione, ma anche le segnalazioni di chi si sente perseguitato" Stress, voglia di fuga dalla scuola Rivalità e insod...

22/10/2003
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Il Messaggero

Miglietta (Cgil): "Crescono le domande di inidoneità alla professione, ma anche le segnalazioni di chi si sente perseguitato"
Stress, voglia di fuga dalla scuola
Rivalità e insoddisfazione, metà dei professori sull'orlo di una crisi nervosa
di MASSIMO CECI

I professori ciociari sono scoppiati. Francesca, insegnante di Italiano in un istituto superiore di Anagni, quando entra in classe ha il nodo alla gola e ora assume psicofarmaci, come Lina, insegnante di scuola media. "Alcuni alunni non vogliono proprio collaborare, ma spesso sono i colleghi a infierire - racconta Francesca - Ti giudicano e parlano male di te ai ragazzi".
Umberto, professore di Latino e Greco di Frosinone, in classe urla per farsi rispettare, gli alunni imitano la sua tosse insistente impedendo la lezione. Ha avuto attacchi di cuore a scuola e deve fare ricorso costante al medico.
Roberto, di Alatri, decise un giorno di ignorare i suoi alunni: andò a scuola con le ciabatte e il pigiama, ma il preside lo esonerò dall'insegnamento per disturbi mentali. Sono le psicosi legate all'ansia che spingono gli insegnanti ciociari ad aumentare sempre più le richieste di inidoneità al lavoro. Sono quasi la metà a volersene andare. Colpa anche dei presidi: non aiutano l'azienda sanitaria nel suo compito di sostegno psicologico.
Quali sono le cause? "Innanzitutto il cambiamento repentino della scuola, in particolare l'autonomia degli istituti - spiega Fernando Ferrauti, direttore del Dipartimento 3D (devianze, disagi e dipendenze) della Asl - Si è venuta a creare una situazione solo apparentemente meritocratica, ma le aspettative dei docenti sono rimaste deluse. Poi la soppressione dei Provveditorati provinciali: si è perso il coordinamento territoriale. Come Asl, siamo in difficoltà: le iniziative vengono lasciate alle singole istituzioni scolastiche, con scarso seguito. Infine, la non precisa definizione delle funzioni dei docenti e dei rapporti con gli alunni: i giovani sono cambiati più in fretta degli insegnanti, i docenti non si sentono più considerati e acquistano forme nevrotiche da alienazione. Penso che la metà di loro sia a rischio stress, soprattutto i professori delle medie superiori, che hanno perso la funzione di controllo e indirizzo sugli alunni". E non mancano episodi di intimidazione: "Sono moltissimi gli episodi di minacce agli insegnanti, per lo più non denunciati - continua Ferrauti - Di fronte a questi casi, i prof sono in difficoltà: il fenomeno è generalizzato, gli strumenti per reagire sono inidonei e hanno timore nell'ammettere la propria impotenza. Molti presidi, poi, vedono come un'ingerenza i centri di informazione e consulenza che la Asl ha attivato nelle scuole della provincia".
"È l'ambiente in cui il docente opera che crea frustrazione: nessun riconoscimento sociale né economico, mancanza di aule e laboratori, carenza di personale di base - chiosa Raffaele Miglietta, docente di Italiano a Paliano e sindacalista Cgil - Nel sindacato aumentano le richieste di inidoneità alla professione, ma anche segnalazioni di chi si sente perseguitato, che in alcuni casi sono diventate denunce". "C'è voglia di fuga dalla scuola - sbotta Fausta Dumano, insegnante di Italiano e Storia al Geometri di Frosinone e sindacalista Cobas - Quando entro in classe, gli studenti sono così tanti che non riesco a guardarli tutti negli occhi e a ricordare i loro nomi. In ordine, questi sono i nostri mali: retribuzioni insufficienti, conflittualità tra colleghi (rivalità per farsi finanziare i progetti), scarso riconoscimento sociale della professione, classi troppo numerose, eccesso di burocrazia, mancanza di confronto con le famiglie, rapporti difficili con gli studenti (fallimento nella capacità di ascoltarli e di guidarli). E i centri di ascolto delle Asl non funzionano". E a pagare le spese per tutti sono, in definitiva, gli alunni.


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