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Messaggero: Ricercatori, cambiano le regole:porte aperte anche agli “esterni

Il senatore Pd Ignazio Marino, autore di alcuni emendamenti alla Finanziaria 2007 che da allora introdusse il criterio della valutazione tra pari, sostiene che «stavolta il ministero dell’Università non garantirà merito e trasparenza perché non adotterà quei criteri».

03/01/2009
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Il Messaggero

Anna Maria Sersale
ROMA (3 gennaio) - In arrivo i fondi 2008 per i giovani ricercatori under 40. Sono disponibili 81 milioni di euro poiché sono stati firmati i bandi di concorso poco prima di Natale: cinquanta milioni saranno assegnati dal ministro dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini, altri trenta dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi per il settore sanitario. «Il bando - sostiene il ministero della Gelmini - è finalizzato a favorire il ricambio generazionale e a sostenere le eccellenze scientifiche già presenti all’interno delle università italiane». Il programma s’intitola ”Futuro e ricerca” e sono previsti due canali: uno per i dottori di ricerca “non strutturati”, con età non superiore ai 32 anni, ed è la prima volta che accade; l’altro per i giovani docenti o ricercatori di età non superiore ai 38 anni. Chi parteciperà potrà fare domanda entro il 27 febbraio presentando progetti di durata almeno triennale.

I due ministeri adotteranno due sistemi di valutazione scientifica separata. «Per la prima volta - fa sapere il ministero Welfare e Salute - verrà utilizzato un esteso sistema di peer review (la valutazione tra pari) con l’utilizzazione di revisori stranieri. Ogni progetto verrà valutato da almeno tre esperti». Soddisfatta ma con alcune riserve l’Associazione dei dottorandi e dei dottori di ricerca. Dice il presidente dell’Adi, Francesco Mauriello: «E’ molto positivo che la Gelmini abbia deciso di dare la possibilità anche ai non strutturati, ossia ai precari, di gestire le somme vinte con il concorso». Però l’Adi muove anche dei rilievi: «I bandi per i fondi destinati ai giovani ricercatori - continua Mauriello - non sanano le tante carenze del settore. Gli anni di blocco dell’accesso nelle università e negli enti di ricerca hanno esasperato la precarietà fino a forme umilianti e incentivato la fuga dei cervelli. Inoltre la manovra finanziaria per il triennio 2009-2011 per quanto riguarda l’università e la ricerca è in controtendenza perfino rispetto alle economie dei paesi di recente industrializzazione». «Va molto bene che si diano dei soldi ai giovani - sottolinea Marco Merafina, coordinatore nazionale dei ricercatori universitari - ma non è accettabile che ci siano poi norme di segno contrario. Mi riferisco al fatto che i professori ordinari di settanta anni chiedono e ottengono di poter restare in servizio mentre i ricercatori di 58 anni vengono pre-pensionati, lo prevede l’articolo 72 della legge 133».

Ma sull’attribuzione dei fondi ai giovani ricercatori è scoppiata una polemica. Il senatore Pd Ignazio Marino, autore di alcuni emendamenti alla Finanziaria 2007 che da allora introdusse il criterio della valutazione tra pari, sostiene che «stavolta il ministero dell’Università non garantirà merito e trasparenza perché non adotterà quei criteri». «Se verranno ignorate quelle regole che ero riuscito a far introdurre - afferma il senatore Marino - torniamo indietro. Nell’assegnazione dei fondi non ci si baserà sulle reali capacità dei concorrenti, ma varrà di più se uno ha fatto il portaborse del proprio barone. Solo con impact factor e citation index insieme, acquisiti dalla Finanziaria e ormai legge dello Stato, è possibile assicurare un’assegnazione trasparente dei fondi sulla base del merito, evitando che sia il barone a scegliere, valutando con gli unici parametri oggettivi universalmente riconosciuti dalla comunità scientifica. Non è più possibile accettare criteri di discrezionalità, nè una commissione indicata dal ministro. Un solo dato, per far riflettere. In Italia solo lo 0,05% dei professori universitari di ruolo ha meno di 35 anni, in Inghilterra il 16%». Intanto, il 21 novembre scorso sono stati consegnati i primi fondi per gli under 40 relativi ad un precedente bando svolto nel 2008 con finanziamenti del 2007. Su 1.720 partecipanti 26 hanno vinto. In media ciascun ricercatore avrà 500 mila euro da gestire.

Ma quanto sia importante riconquistare terreno nella ricerca ce lo ricorda l’ultima indagine Ocse di fine anno. Gli Stati Uniti restano al primo posto nella classifica dei 30 Paesi per capacità di innovazione scientifica e tecnologica. Mentre l’Italia si colloca nell'ultimo gruppo, con Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia


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