Messaggero-"Penalizzati studi umanistici e ricerca allargata"
docenti italiani contestano la graduatoria "Penalizzati studi umanistici e ricerca allargata" Giorello: come misurare l'efficienza nella letteratura? Fabbri: con altri parametri l'Italia ...
docenti italiani contestano la graduatoria
"Penalizzati studi umanistici e ricerca allargata"
Giorello: come misurare l'efficienza nella letteratura? Fabbri: con altri parametri l'Italia risalirebbe
di RENATO MINORE
ROMA - Dunque le nostre università sono in fondo alla classifica, la ricerca del Thes (Times Higher Education Supplement) ci boccia senza appello. Ma come valutare questa ricerca, come giudicare i parametri che hanno decretato una classifica così negativa? "Non si tratta di misurazioni assolute. In questo modo viene penalizzato il modello europeo. Variando i parametri si possono ottenere valutazioni diverse" dice Giulio Giorello, ordinario di Filosofia della Scienza all'Università Statale di Milano. E aggiunge prendendo in esame il dato che riguarda la ricerca scientifica: "Il parametro di tipo efficientistico non mi sembra il più adatto per valutare un tipo di ricerca dal tratto umanistico. Come si fa a valutare la profondità della ricerca in un insegnamento filosofico? Questa profondità non può essere quantizzata come capita in fisica o in ingegneria".
Per Paolo Fabbri, ordinario di semiologia presso lo IUAV di Venezia non si tratta di far distinzioni tra ricerca nelle scienze umane e scienze tout tourt. Quello che fa la differenza tra scienza e tecnica è la capacità di ricerca in tutti i campi: "Derrida ha fatto vera ricerca partendo dal suo campo filosofico che gli americani hanno utilizzato. Con il parametro della ricerca allargata le università italiane risalirebbero". E risalirebbbero senz'altro prendendo un altro elemento essenziale, la stratificazione sociale e culturale che ruota intorno agli atenei. "Intorno a Yale, intorno ai campus americani c'è il deserto assoluto. E la ricerca di tipo umanistico ha bisogno di un radicamento culturale nelle città. Se studi fisica non è grave trovarti isolato: ma a Bologna tutte le conferenze non universitarie sono frequentate in massima parte da universitari. Proviamo allora a usare questo altro parametro e il conto non torna più".
Ci sono poi parametri che possono essere rovesciati. Ad esempio la percentuale del personale accademico proveniente da altri paesi. Paolo Fabbri osserva che, con i nuovi sistemi di visto, sono crollati gli arrivi accademici negli Stati Uniti, così "si è scoperto che a fare ricerca scientifica nelle università americane sono soprattutto i non americani, il parametro della internazionalità è pericolossissimo, a doppio taglio". Come, per altro, quello dei giudizi espressi da esponenti del mondo accademico. L'opinione di Giorello è perentoria: "E' un criterio puramente autoreferenziale, quasi mafioso, è la comunità universitaria che fa la sua hit-parade, un criterio quasi circolare per cui si fa il gioco di quegli atenei che sono già al top della valutazione". E poi - aggiunge- non dimentichiamo un altro parametro, quello della laurea se ha o non ha titolo legale. "Negli Stati Uniti, dove non lo ha, ci sono alcune università di punta e tantissime di basso livello, che somigliano a un semplice liceo".
Infine il numero delle citazioni nelle pubblicazioni scientifiche. "Oggi -osserva Fabbri- le citazioni scientifico e culturali spesso non dipendono dai criteri stabiliti dalle università, le reputazioni le sta facendo Internet". E Giorello osserva come non tutti pubblicano nella lingua della koinè, l'inglese, ci sono lingue meno lette di altre. "Chi fa ricerca sulla letteratura italiana scrive in italiano e nelle facolta umanistiche si premia ancora, come titolo, il libro". Insomma c'è un difetto del sistema Italia che toglie dalla competizione internazionale tanti ottimi ricercatori.