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Messaggero-No all'affossamento della materna

"No all'affossamento della materna" ROMA - "Non mi candiderò, il test proposto dalla Moratti non mi convince. Inutile illudere le scuole che porterà qualche cosa di positivo. E', semmai, la morte ...

21/08/2002
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Il Messaggero

"No all'affossamento della materna"
ROMA - "Non mi candiderò, il test proposto dalla Moratti non mi convince. Inutile illudere le scuole che porterà qualche cosa di positivo. E', semmai, la morte della "148", la legge sulla elementare riformata", Lucia Dalpino, titolare dell'istituto "comprensivo" di Torre del Lago Puccini, Lucca, 980 iscritti, usa toni molto critici.
Preside Dalpino, che cosa non va nell'anticipo della riforma?
"Distrugge il lavoro fatto in quindici anni nella scuola italiana. Gli insegnanti si sono specializzati, sono esperti delle discipline, e ora si sentono dire: torna a fare il tuttologo. Significa ignorare le verifiche parlamentari e quelle fatte sul campo. Hanno sempre dimostrato l'importanza della riforma del '90, ma ora salta tutto. E con il maestro unico si torna indietro nel tempo. E' una follia".
E per la materna?
"Viene distrutta. Portando via i bambini di cinque anni e mezzo s'interrompe il progetto didattico delle maestre. Progetto sul quale ci si impegna con competenza per anni. Tutta l'attenzione che c'è stata viene vanificata. Abbiamo lavorato sui "campi di esperienza" legati all'età. Invece, ora si mischiano bimbi di età diverse come se fossero carte da gioco. Chi pensa al fatto che i piccoli di due anni e mezzo hanno bisogno di avere lettini per il riposo o spazi tranquilli per la mensa? Chi pensa alla necessità di un rapporto più basso docenti-bambini? Nessuno. La verità è che i criteri sono di tipo ragionieristico, non rispettano le esigenze della scuola e delle famiglie".
C'è qualche cosa che salverebbe?
"Dalle premesse trovo difficoltà a trovarla. Anche sui programmi ho molte riserve. Mi sono sembrati buttati giù in modo disordinato, confuso, e senza chiarezza di obiettivi. E con il ritorno del maestro unico si torna indietro di 40-50 anni. L'Italia aveva faticato tanto per conquistare una scuola migliore e per la elementare eravamo riusciti ad avere buoni risultati: le classi aperte, i laboratori, la ricerca didattica, la pedagogia d'avanguardia, condivisa dalla sinistra e dai cattolici. Ma una cosa è certa: le insegnanti non si arrenderanno".


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