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Messaggero-"La scienza? Agli studenti italiani fa paura"

crollo delle iscrizioni alle lauree non umanistiche: erano 28 mila nell'86, nel 2000 scese a 7 mila. Figà Talamanca: la nostra cultura è sbilanciata "La scienza? Agli studenti italiani fa paura"...

04/09/2004
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Il Messaggero

crollo delle iscrizioni alle lauree non umanistiche: erano 28 mila nell'86, nel 2000 scese a 7 mila. Figà Talamanca: la nostra cultura è sbilanciata
"La scienza? Agli studenti italiani fa paura"
Professori e ricercatori: la scuola non li prepara e i giovani cercano strade più facili
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Sono sufficienti due cifre per dare le dimensioni del "disastro". Gli immatricolati nelle materie scientifiche nell'86-87 erano 28.907, nel 99-2000 soltanto 7.106. Un crollo in picchiata. Un crollo verticale che ha ridotto ad un quarto la popolazione universitaria dell'area scienze e fatto scattare l'allarme. L'Italia rischia moltissimo. Non ci possiamo permettere di perdere prestigio internazionale, competitività e capacità di ricerca.
Di chi è la colpa? "I giovani hanno paura della matematica e delle scienze - sostiene il matematico della Sapienza Figà Talamanca - Colpa della scuola che non li prepara e di un'Italia in cui domina la cultura umanistica. Non abbiamo ancora trovato un punto di equilibrio tra le Lettere e le Scienze". Eppoi, c'è un problema di soldi e carriere. "I giovani - afferma Giorgio Allulli dell'Isfol (Istituto di studi per la formazione e il lavoro)- sono a caccia di facoltà che aprano molte strade, con possibili sbocchi polivalenti". La disaffezione nei confronti delle scienze ha anche un'altra causa. "Stiamo vivendo - spiega Andrea Cammelli, direttore del Consorzio interuniversitario Almalaurea - un fenomeno già noto negli Usa e in altri paesi industrializzati: i giovani disertano i corsi troppo difficili e impegnativi, hanno comunque le spalle coperte".
Che cosa accadrà se non ci sarà un'inversione di tendenza? L'Italia perderà ulteriormente terreno nella ricerca e sarà costretta a importare laureati dall'Est. "Hanno una buona preparazione scientifica", ammettono concordi gli esperti di università e gli analisti del mercato. Gli industriali si spingono oltre: "Il fenomeno è già iniziato, chiamiamo gente dai Paesi dell'ex blocco sovietico, che nelle materie scientifiche, soprattutto chimica e matematica, hanno una buona preparazione". Anche negli atenei cominciano ad arrivare gli stranieri. Il Messaggero lo ha scritto lo scorso 29 agosto: "A Tor Vergata - racconta il rettore Alessandro Finazzi Agrò - per la matematica abbiamo due rumeni e un cinese". "Ma per gli atenei è diverso - sottolinea Giunio Luzzatto, ordinario a Genova di analisi matematica e studioso di problemi della formazione - Gli stranieri vengono chiamati dalla comunità scientifica per dare un riconoscimento internazionale a gente di valore".
Ad eccezione di medicina e ingegneria, le scienze sono un mito in declino. Fatti i dovuti distinguo, restano le cifre drammatiche di questo crollo. Guardate che cosa dicono ancora le tabelle Istat: nel '99-2000 gli immatricolati a matematica erano scesi a 1.729, meno 20,7% rispetto al '98-99. Altrettanto consistente il calo nel corso di laurea in fisica, che nello stesso anno ha perso il 18,3% delle matricole, passando a 1.781 nuovi iscritti (pensate, nell'86-87 la fisica aveva 3.183 matricole). Emorragia nella chimica di base, con meno 18% sempre nello stesso anno (nel '99-2000) con soli 900 nuovi iscritti. Meno 11% nella chimica industriale, con 419 matricole; e meno 14,6% nella chimica farmaceutica, che, comunque, nel 2000 contava 3.164 nuovi iscritti. Questo filone della chimica in parte si è salvato perché legato alle tecnologie farmaceutiche e i giovani sperano di conquistare un posto nei colossi del farmaco.
A matematica, fisica e chimica si aggiungono le scienze naturali. Bisogna cercarli con il lanternino gli iscritti a questo corso di laurea: da meno 16,3% del '99-2000 sembra che si sia arrivati a meno 20%. "Ma i giochi non sono chiusi - dicono speranzosi al ministero dell'Istruzione - Le segreterie degli atenei sono aperte e sono previsti degli incentivi per alcuni corsi di laurea". Le facoltà a "prezzi di saldo" sono appunto quelle più in crisi. Il ministero ha stanziato i fondi e gli atenei, con formule diverse, fanno sconti sulle tasse del primo anno. Alla Ca' Foscari di Venezia il contributo è stato praticamente azzerato, mentre all'Università di Modena e Reggio Emilia ci si iscrive con una riduzione del 50%. Sostanziosi sconti anche nei tre atenei della Capitale (Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre).


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