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Messaggero-La rivolta dei prof d'inglese

La rivolta dei prof d'inglese Il rappresentante della Moratti, fischiato: potete dimettervi dal nostro inviato LUIGI PASQUINELLI SORRENTO - Sembrava che parlassero lingue diver...

05/03/2005
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Il Messaggero

La rivolta dei prof d'inglese
Il rappresentante della Moratti, fischiato: potete dimettervi
dal nostro inviato

LUIGI PASQUINELLI

SORRENTO - Sembrava che parlassero lingue diverse, ieri pomeriggio, gli insegnanti d'inglese e il rappresentante del ministero dell'Istruzione. Eppure, nonostante la presenza di tanti illustri britannici, si dibatteva in italiano. Ma le incomprensioni non sempre hanno natura linguistica. "Se non vi piace la riforma nessuno vi impedisce di dimettervi", concludeva, stizzito per il pieno di fischi e contestazioni raccolto all'ombra del Vesuvio, l'emissario del ministro Moratti, Raffaello Sanzo a cui nel cognome, per evocare supremi vertici di equilibrio e compostezza, mancava forse una i. La stessa lettera di cui, delle tre promesse dal Governo al sistema scolastico, Impresa-Informatica-Inglese, i prof poliglotti denunciavano lo smarrimento. Non è stato un capolavoro di diplomazia, il discorso del signor Sanzo, pronunciato a Sorrento in apertura della ventiquattresima convention del British Council (il più prestigioso centro culturale britannico in Italia) sull'insegnamento dell'idioma di Shakespeare nella patria di Dante, davanti ai duemila italiani che insegnano inglese nelle elementari, nelle medie e nelle superiori, ai cento relatori provenienti da tutti i paesi anglosassoni, ai rappresentanti delle principali case editrici di libri in inglese. Ha provato, l'eroico ispettore, a difendere la riforma Moratti, impresa equivalente alla salvaguardia dei diritti dei gatti in casa dei cani, sostenendo che, complessivamente intese, le ore di lingua straniera nella scuola italiana erano aumentate, il terzo idioma una conquista fatta, l'inglese riconosciuto da tutti come prima lingua e a chi gli contestava che, al di là dei giri di parole, le ore di inglese nelle scuole erano diminuite (da tre a due settimanali alle medie, stazionarie alle elementari, ancora in forse alle superiori) rispondeva di imparare a contare. "Il governo ci prende in giro tuona Gigliola Marsala che insegna inglese nella media Sant'Agata di Portici prima promette di promuovere la lingua, di avvicinarci all'Europa, poi riduce le ore di insegnamento".
Si tiene ogni dodici mesi la convention italiana del British Council, per gli addetti ai lavori un'occasione di aggiornamento sulle ultime frontiere della didattica. Quest'anno, a sei mesi dall'entrata in vigore delle nuove regole, per maestri e docenti italiani è il giorno dell'ira. "Così è impossibile insegnare lamenta Lucia Landi della media "Santa Caterina da Siena" di Ischia in classi di 27 persone, neanche un minuto a testa per gli esercizi. Gli studenti usciranno da scuola conoscendo malissimo le due lingue straniere". Danie Londsale, che rappresenta l'editore Mac Millan, sostiene che la riforma Moratti ha spalancato nuovi orizzonti: "Le vendite sono aumentate, gli istituti e i singoli cercano ora di adeguarsi ai livelli europei". Ma se il buongiorno si vede dal mattino i prof italiani ("Il vero obiettivo della riforma osserva la prof Esterina La Torre dello scientifico "Galilei" di Caserta è far risparmiare lo Stato e far guadagnare i privati") temono che la corsa verso il Continente si trasformi in una marcia funebre.


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