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Messaggero-La riforma di Bush è naufragata

La riforma di Bush è naufragata Con l'ingresso dei privati nelle elementari, studenti meno preparati dal nostro corrispondente ANNA GUAITA NEW YORK - Il fiore all'o...

23/08/2004
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Il Messaggero

La riforma di Bush è naufragata
Con l'ingresso dei privati nelle elementari, studenti meno preparati
dal nostro corrispondente

ANNA GUAITA

NEW YORK - Il fiore all'occhiello della riforma scolastica voluta da George Bush sta già appassendo. Uno studio comparativo dimostra che le charter schools , le scuole ex-pubbliche date in gestione a gruppi privati, sono di qualità peggiore delle normali scuole pubbliche. Dai test effettuati su 6 mila bambini di quarta elementare in 167 charter schools è risultato che sono indietro di sei mesi rispetto ai compagni delle scuole pubbliche: leggono e scrivono male, e capiscono di meno l'aritmetica.
Per George Bush si tratta sicuramente di un sasso nella scarpa. Ma ieri, nel suo tradizionale discorso radiofonico del sabato, il presidente ha parlato dei successi della sua Amministrazione in campo scolastico, guardandosi bene dal citare lo studio che ha fatto invece tanto clamore.
Nel dicembre 2001, Bush fece approvare la legislazione No child left behind (Nessun bambino lasciato indietro), per la quale ottenne il sostegno di tutto l'arco costituzionale. Ma da allora, la promettente legislazione è andata sfaldandosi: essa richiederebbe meno burocrazia, miglior preparazione degli insegnanti, e controlli continui sul rendimento di tutte le scuole pubbliche. I ragazzi vengono sottoposti a test con scadenza periodica, e le scuole che non superano i test rischiano di perdere i finanziamenti federali e di doversi accontentare dei finanziamenti statali e regionali.
L'anno scorso 26 mila delle 93 mila scuole pubbliche degli Usa non hanno superato il test. E 9 presidi su dieci si sono lamentati perchè la riforma ha aumentato la burocrazia piuttosto che diminuirla. Mentre varie associazioni, incluso i sindacati, hanno fatto notare che essa non tiene conto del fatto che in certe aree la forte presenza di immigrati di lingua madre non inglese rappresenta una zavorra, per lo meno nelle prove di lettura e scrittura.
Nei piani di George Bush, le "charter schools", o "scuole autorizzate", dovevano giocare un importante ruolo a lungo termine. Si tratta infatti di scuole pubbliche di cattivo rendimento concesse in amministrazione a gruppi privati, ad esempio gruppi di genitori, aziende, o anche chiese. Vengono finanziate con denaro pubblico, ma amministrate con indipendenza sia sul curriculum che sugli orari. E questo piace molto ai conservatori che favoriscono il decentramento, e vogliono ridare voce agli Stati contro il governo di Washington. Pian pianino tutte le scuole pubbliche potrebbero diventare "charter schools". Ma nessuno si aspettava che il rendimento scolastico dei bambini vi peggiorasse, anziché migliorarvi.


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