Messaggero: La Moratti: Visco non ha detto la verità
CARO Direttore, mi riferisco alle affermazioni dell'ex Ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, comparse nell'articolo pubblicato sul Messaggero del 12 marzo scorso, "I debiti della scuola? No...
CARO Direttore, mi riferisco alle affermazioni dell'ex Ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, comparse nell'articolo pubblicato sul Messaggero del 12 marzo scorso, "I debiti della scuola? Non è colpa dell'Ulivo". Afferma tra l'altro l'ex Ministro: "Quando è stata varata la legge di riordino dei cicli voluta da Luigi Berlinguer, i fondi c'erano eccome". E più avanti: "Soprattutto non ci siamo mai sognati di fare leggi che non potessero contare su stanziamenti almeno sufficienti".
Per correttezza d'informazione vorrei fare alcune doverose precisazioni, che smentiscono nel modo più assoluto le affermazioni dell'onorevole Visco.
In primo luogo, la legge Berlinguer di riordino dei cicli scolastici, la numero 30 del 2000, non stanziava in alcun modo fondi per la scuola.
Il relativo piano di fattibilità prevedeva al 12° anno tagli per circa 30.000 posti, e il reimpiego delle economie che si sarebbero realizzate nello stesso arco temporale di 12 anni.
Né la legge, né il relativo piano, quindi, per l'intero arco di attuazione di 12 anni, destinavano risorse aggiuntive rispetto a quelle già impiegate nel sistema.
Inoltre, la riduzione di un anno di scolarità (da 8 a 7 anni nel primo ciclo) avrebbe comportato non solo tagli per circa 30.000 posti a regime, ma avrebbe anche richiesto in prima applicazione un incremento di posti nelle medie e nelle superiori, che il piano confidava di coprire con i correlativi esuberi nelle scuole di grado inferiore.
Che questo potesse avvenire è tutto da dimostrare, e del resto la stessa legge prevedeva che potessero esserci maggiori oneri da coprire con apposita legge.
E vediamo ora nei dettagli il riepilogo dei maggiori oneri derivanti dall'applicazione della legge n. 124 /1999 "Disposizioni urgenti in materia di personale scolastico". La legge è stata approvata dal precedente Governo a costo zero, in quanto, a fronte del trasferimento dagli enti locali allo Stato del personale Ata, era prevista la corrispondente riduzione dei finanziamenti agli enti locali.
La riduzione non è stata però sufficiente a coprire l'intero ammontare delle spese sostenute dal Miur in quanto, in primo luogo, l'entità del personale Ata è stata incrementata di circa 60.000 unità, di cui 30.000 assunte stabilmente. In secondo luogo il personale trasferito ha chiesto il riconoscimento dell'anzianità maturata e a questo riguardo è in corso un contenzioso di massa che vede l'amministrazione sempre soccombente con una esposizione di circa 100 milioni di euro.
Ma c'è un terzo elemento che contribuisce ad aggravare la situazione: le risorse trasferite allo Stato per gli appalti per le pulizie stipulati dagli enti locali sono risultate del tutto insufficienti.
Non solo: i contratti per la stabilizzazione dei Lavoratori socialmente utili impiegati nelle scuole trasferiti allo Stato sono stati stipulati per una durata di 60 mesi, mentre la legge prevedeva una copertura per soli 18 mesi.
Tutti questi oneri sostenuti dal Governo a partire dal suo insediamento ammontano a ben 3.584 milioni di euro.
Oltre a questa ingente somma, già da noi coperta con leggi di bilancio, con le Finanziarie 2003 e 2004 e con il decreto legge n. 230 del 31 luglio 2003, il Ministero dovrà coprire negli anni futuri la parte che rappresenta un onere permanente, pari a oltre 1.150 milioni di euro annui.
Per concludere: delle due affermazioni dell'onorevole Visco nessuna è vera. La riforma Berlinguer infatti non aveva alcuno stanziamento aggiuntivo, mentre il trasferimento di personale allo Stato (che peraltro non era una legge di riforma) ha comportato oneri di spesa ingentissini e per una buona parte permanenti.
Letizia Moratti
Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca