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Messaggero-La Cgil: troppi soldi ai dipendenti pubblici? No, troppo pochi

Il sindacato presenta le sue cifre. "Il ministro Mazzella fa una campagna vergognosa" La Cgil: troppi soldi ai dipendenti pubblici? No, troppo pochi ROMA Come è difficile cap...

14/09/2004
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Il Messaggero

Il sindacato presenta le sue cifre. "Il ministro Mazzella fa una campagna vergognosa"
La Cgil: troppi soldi ai dipendenti pubblici? No, troppo pochi
ROMA Come è difficile capire quanto guadagnano i dipendenti pubblici. A giudicare da quanto scritto nei contratti, fra il 2000 e il 2003 le retribuzioni sono aumentate del 6% circa. Ma siccome a far crescere gli stipendi non sono solo gli aumenti contrattuali (ci sono anche gli avanzamenti di carriera, i premi di produttività e altro ancora) ecco che l'Istat calcola le "retribuzioni di fatto". Ebbene nel triennio le retribuzioni di fatto sarebbero aumentate del 12,5%, cioè più dell'inflazione. Ma queste sono le cifre dell'Istat elaborate dall'Aran cioè l'agenzia governativa che ha la responsabilità dei contratti pubblici e rilanciate dal ministro Mazzella per motivare il rifiuto di concedere nuovi aumenti.
Le stesse cifre dell'Istat elaborate dalla Cgil danno tutto un altro risultato: "Fra il 2000 e il 2003 la spesa per retribuzioni lorde fisse è aumentata dell'8,6%" annuncia la Cgil-Fp presentando una sua "Ricerca sulle dinamiche retributive dei dipendenti pubblici". L'8,6% è una rivalutazione più o meno in linea con l'andamento del carovita. Ma come è possibile che calcoli analoghi diano risultati così diversi? La spiegazione dovrebbe essere la seguente: il conto dell'Aran comprende l'intero universo del pubblico impiego, il conto della Cgil-Fp ne comprende solo una parte. Dal calcolo del sindacato sono esclusi dirigenti, medici, personale della scuola, forze armate e forze dell'ordine, dipendenti di Camera e Senato.
Uscendo dal labirinto dei numeri, il messaggio della Cgil arriva forte e chiaro: "Il governo non può dire che non si fanno i contratti perché finora i dipendenti pubblici hanno ricevuto troppi soldi", dichiara Carlo Podda, segretario della Cgil-Fp. "Dica semmai che non considera il rinnovo dei contratti un diritto dei lavoratori. Il ministro Mazzella ha condotto una campagna vergognosa, tendente a dire che le retribuzioni sono cresciute troppo. E che i dipendenti pubblici sono troppi, e che andrebbero messi in mobilità". Dal '91 a oggi, sottolinea Podda, la spesa per il personale si è ridotta dell'1,6% rispetto al Pil, quindi "il pubblico impiego ha dato il suo contributo al risanamento finanziario del paese". Oltretutto le aliquote Irpef introdotte da Tremonti hanno reso meno rilevante il peso degli aumenti di stipendio rispetto alla retribuzione totale (è il cosiddetto fiscal drag ), senza contare che l'imposta sulla liquidazione per chi va in pensione è aumentata dal 18% al 23%.
Avverte Podda: se non si fanno i contratti presto i sindacati si faranno sentire. "Il paese ci sembra già scosso da qualche tensione, sarebbe irresponsabile crearne altre".
Pie. P.


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