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Messaggero-La Cgil: si abbasserà il livello

La Cgil: si abbasserà il livello Rifondazione: norme classiste ROMA - E' stato Giuliano Amato a parlare a nome dei senatori dell'Ulivo. Speaker unico della coalizione, nelle dichiarazioni sul vo...

14/11/2002
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Il Messaggero

La Cgil: si abbasserà il livello
Rifondazione: norme classiste
ROMA - E' stato Giuliano Amato a parlare a nome dei senatori dell'Ulivo. Speaker unico della coalizione, nelle dichiarazioni sul voto finale del disegno di legge, l'ex ministro ha espresso in aula il 'no" risoluto a una riforma che "obbliga a una scelta precoce tra studi tradizionali e formazione professionale". Le conseguenze di questa scelta le approfondisce il presidente dei senatori ds Gavino Angius: "È un disegno di legge iniquo e distruttivo, un treno che riporta la scuola e il Paese indietro di 30 anni. Si torna a quando pochi ricchi privilegiati andavano al liceo, mentre gli altri giovani si formavano alla meglio e andavano a lavorare. Ovunque in Europa viene innalzato l'obbligo scolastico, mentre la proposta Moratti lo riporta alla terza media, cancellando con un colpo di spugna le leggi approvate dall'Ulivo che lo avevano fissato almeno al biennio delle superiori, uguale per tutti". In sostanza mentre prima i ragazzi potevano scegliere a 16 anni se andare a lavorare oppure continuare la scuola, ora dovranno farlo verso i 12-13 anni. "Sarà una scuola classista" secondo Rifondazione comunista, "una scuola che confermerà le differenze sociali". Immediata la replica di An che accusa la sinistra di "restare ferma agli anni '70".
Che sia un passo indietro ne è convinto anche il segretario della Cgil-scuola, Enrico Panini: "Con la nuova legge si riduce la durata dell'obbligo scolastico, unico caso al mondo". Giudizio negativo anche dalla Cisl che definisce le novità annunciate come "un pesante condizionamento". Le critiche più aspre, il sindacato le riserva per l'inizio anticipato nella scuola dell'infanzia e nelle elementari "impostato su barcollanti basi pedagogiche". E dai Cobas arrivano già le prime proteste concrete. Per il 6 dicembre è stata indetta una giornata di sciopero con manifestazione nazionale a Roma. "Il ministro Moratti e il governo hanno imposto al Senato l'approvazione della distruttiva controriforma scolastica, nonostante la radicale opposizione della maggioranza dei lavoratori della scuola e degli studenti", ha affermato Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas della Scuola. La riforma, sostiene Bernocchi, rappresenta "un passaggio cruciale nella trasformazione delle scuole in aziende che vendono l'istruzione come una merce. Si vuole 'produrre" lavoratori dipendenti, precari, flessibili e senza pretese che a 15 anni escano dalla scuola e vadano a frequentare stage aziendali, senza peraltro alcuna garanzia da parte delle aziende". La partita, però, aggiunge Bernocchi, "non è ancora chiusa perché la legge approvata al Senato deve ora passare alla Camera e può essere ancora fermata".

L. Mat.


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