Messaggero-L'altra campana
L'ALTRA CAMPANA "È una protesta politicizzata? A me pare proprio di sì. Cosa ne pensiamo noi del corpo docente? Siamo nettamente contrari. La scuola occupata è, di fatto, in mano agli occupan...
L'ALTRA CAMPANA
"È una protesta politicizzata? A me pare proprio di sì. Cosa ne pensiamo noi del corpo docente? Siamo nettamente contrari. La scuola occupata è, di fatto, in mano agli occupanti e così non va bene". Achille Acciavatti, 63 anni, preside del liceo "Tasso" in via Sicilia, non può certo fare salti di gioia, visto che una parte degli studenti si è "presa" l'istituto e per giorni e giorni ha deciso di non mangiare più. "Tra l'altro '#8212; dice '#8212; lo sciopero della fame non si era mai visto. Mi sembra una forma di contestazione del tutto esagerata rispetto allo scopo. Di fronte all'occupazione della scuola, ci sono genitori che protestano, che minacciano denunce e chiedono che venga ripristinata la legalità. Il che mi pare più che giustificato". Non sembra una mosca bianca, il professor Acciavatti, nella galassia delle scuole che cominciano a ribollire. "Mi meravigliavo che non aveste ancora chiamato '#8212; esordisce Cosimo Guarino, 49 anni, preside del "Mamiani", dove dall'autogestione si è passati all'occupazione '#8212; Ma, secondo me, meno se ne parla, di queste cose, meglio è. I ragazzi, quando finiscono sui giornali, si sentono eroi, e c'è il rischio di innescare una reazione a catena". L'autogestione, per chi non lo sapesse, funziona più o meno così. I professori vanno a scuola per fare lezione, ma il grosso degli studenti li ignora. Invece di andare in classe, si riuniscono nei cosiddetti "spazi autogestiti" '#8212; in palestra, in Aula Magna, nelle aule al pianterreno '#8212; e lì si parla di tutte quelle cose che sui libri di testo non ci sono: la guerra in Afghanistan, gli Usa, noi (cioè l'Occidente), l'Islam, l'imperialismo, il terrorismo, il G8. "Io sono per la mediazione '#8212; mette in chiaro Guarino '#8212; ma l'autogestione è in qualche modo una cosa antipatica. È come se si dicesse: cari professori, possiamo fare a meno di voi. Qui hanno aderito circa il settanta per cento degli studenti. Ma alcune famiglie si lamentano e vorrebbero che io mettessi fine a questa situazione. Cosa posso fare? Non si può mica sparare".