Messaggero it: Scuola, ok a riforma delle superiori:sei i licei, snelliti tecnici e professionali
Gelmini: istruzione tecnica non più di serie B. Berlusconi: ora competitivi con resto d'Europa. Bersani: è taglio epocale
ROMA (4 febbraio) - Via libera del Consiglio dei ministri alla riforma che riordina l'istruzione secondaria superiore. Lo riferiscono fonti governative. Il riordino che riguarda licei, istituti tecnici e professionali sarà attuato dal prossimo anno scolastico (2010-2011), a partire dalle sole prime classi.
La riforma prevede uno sfoltimento degli indirizzi di studio: i licei diventeranno 6 (dagli attuali 450 indirizzi tra sperimentazioni e progetti assistiti), gli istituti tecnici da 10 con 39 indirizzi scenderanno a 2 con 11 indirizzi, i professionali da 5 corsi e 27 indirizzi saranno snelliti a 2 corsi e 6 indirizzi.
Si comincerà dalle prime classi (ma nei tecnici e nei professionali le riduzioni di orario saranno attuate anche nelle classi successive alla prima) e le novità coinvolgeranno licei (si supera la legge Gentile del '23), istituti tecnici (in attesa di riforma da 80 anni) e professionali, con un ripensamento dei quadri orari (in linea con l'Ocse secondo cui è statisticamente provato che stare in classe più ore non si traduce necessariamente in un beneficio nell'apprendimento), un irrobustimento di matematica e scienze e un deciso sfoltimento degli indirizzi.
Berlusconi: competitivi con il resto d'Europa. «Con queste riforme dal prossimo anno scolastico avremo delle scuole che possono essere comparate a quelle degli altri Paesi», è stato il commento del premier. «Credo che sia molto importante l'attenzione che abbiamo dato alla formazione dei nostri giovani che ancora oggi hanno dallo Stato qualcosa che viene ritenuto dagli organismi internazionali non in linea con i Paese europei più avanzati».
Preparazione era inadeguata. «La scuola superiore necessitava di una riforma perchè, secondo quanto ci dichiarano tutte le imprese e le associazioni, la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro», ha aggiunto Berlusconi.
Gelmini: una riforma senza impronta ideologica. Una riforma «epocale», senza «impronta ideologica»: così il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha definito il riordino della scuola. «Si tratta di una riforma epocale che ha visto un lavoro molto intenso e l'applicazione di un metodo che mi obbliga a ringraziare tutti quelli che hanno colabborato per metterla a punto. Non ha alcuna impronta ideologica e per elaborarla abbiamo attinto sia dalla riforma messa a punto a suo tempo dal ministro Moratti sia per l'istruzione tecnica e professionale da qaunto realizzato dal precedente Governo». Gelmini ha quindi definito «incompresibile» il parere contrario espresso dall' opposizione in commissione. «Hanno rinnegato il lavoro fatto da loro stessi».
L'istruzione tecnica non è più di serie B. «La riforma dell'istruzione tecnica per la prima volta colloca questo segmento di istruzione non in serie B». Lo ha sottolineato il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. «Il riordino dell'istruzione tecnica è una delle risposte più efficaci alla crisi economica. Nel nostro Paese la disoccupazione è inferiore alla media europea, ma le difficoltà riguardano tanti giovani».
«Siamo stati accusati di fare cassa -ha affermato Gelmini- è assolutamente falso. La riforma è frutto di un lavoro approfondito. Sono 50 anni che siamo in attesa di una riforma organica. Era, quindi, urgente farla per riqualificare gli studi e oggi, grazie al contributo di tutti, abbiamo potuto raggiungere questo obiettivo». Il ministro ha quindi annunciato che il dicastero di viale Trastevere ha predisposto «un piano di orientamento, in collaborazione con dirigenti e insegnanti, che prenderà il via da domani perchè le riforme non vanno solo approvate ma fatte conoscere agli utenti per consentire scelte consapevoli di famiglie e alunni».
Bersani: è taglio epocale. «Il riordino della scuola superiore del governo non è una riforma, è un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall'Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese»: lo afferma il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. «Un taglio di risorse, di competenze e di tempo: questa è la sostanza del cosiddetto riordino. La scelta compiuta a 13 anni diventa nei fatti irreversibile per la grande differenza di programmi proposti dai diversi percorsi formativi sin dal primo biennio, favorendo la dispersione scolastica. Vengono largamente penalizzati i saperi tecnico scientifici e tagliate le ore di laboratorio negli istituti professionali». Per la capogruppo Pd al Senato, Anna Finocchiaro: «Hanno vinto i diktat di Tremonti preoccupato solo di contenere la spesa pubblica, come ha sottolineato più volte nei suoi pareri il Consiglio di Stato». La scuola italiana avrà meno ore da dedicare agli studenti, meno materie e anche meno insegnanti, perchè nulla è stato fatto per garantire il posto di lavoro alle migliaia di precari che, dopo anni di dedizione e attesa, sono costrette a fare i conti con un futuro privo di certezze».
Idv: forse Berlusconi non ha letto la riforma.
«Ma Berlusconi l'ha letta la riforma della scuola? L'impressione è che non l'abbia fatto. Il presidente del Consiglio vuol far credere che questa legge servirà a far uscire dalla scuola ragazzi con una preparazione più adeguata, mentre sta passando una riforma scritta dalla Confindustria e priva di risorse adeguate». Lo afferma Antonio Borghesi, vicecapogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera. «Noi vogliamo una scuola fatta per dare ai ragazzi capacità critiche e non mero nozionismo. Questa riforma non fa che tagliare: taglia fondi, taglia tempi, taglia argomenti. Il risultato non potrà che essere quello di tagliare anche la cultura dei nostri ragazzi».
Pantaleo (Fic-Cgil): tagli voluti da Tremonti. Che la scuola sia stata riordinata in base ai tagli voluti da Tremonti è anche il pensiero del segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. «Ciò che il Governo ha approvato non è una riforma ma solo una rigorosa applicazione dei tagli decisi dal Ministro Tremonti. Il confronto con le organizzazioni sindacali è stato ancora una volta ininfluente rispetto alle scelte finali nonostante le proposte avanzate nei tavoli tecnici e sistematicamente ignorate. La professionalità del personale ne esce svilita e vilipesa, tantissimi insegnanti e Ata saranno dichiarati in sopranumero, ci saranno ulteriori licenziamenti di precari». Secondo Pantaleo, inoltre, la decisione di ridurre l'orario anche nella classi successive alla prima nei soli istituti tecnici e professionali, accentua la separatezza tra i diversi segmenti, producendo nei fatti una divisione sociale grave e inaccettabile tra i giovani sulla base del censo e delle condizioni sociali e culturali di partenza. Il 17 febbraio ci sarà una grande Assemblea Nazionale della scuola secondaria superiore, aperta agli studenti, alle associazioni e alle forze politiche per decidere tutte le opportune iniziative di mobilitazione. Lo sciopero generale del 12 Marzo, proclamato dalla Cgil, sarà una ulteriore occasione per ribadire le ragioni della nostra netta opposizione alla distruzione della scuola pubblica«.