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Messaggero-Istruzione tecnica alle Regioni

La riforma della scuola/Il ministro Moratti: allo Stato resterà solo il potere di controllo Istruzione tecnica alle Regioni Gli alunni dei 'professionali' ammessi all'università dopo un esame ...

12/01/2002
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Il Messaggero

La riforma della scuola/Il ministro Moratti: allo Stato resterà solo il potere di controllo
Istruzione tecnica alle Regioni
Gli alunni dei 'professionali' ammessi all'università dopo un esame
di SARA IPPOLITO

ROMA - L'istruzione professionale passerà in blocco dallo Stato alle regioni. È questo, in sintesi, quanto ha annunciato il ministro Letizia Moratti.
Il piano prevede il trasferimento graduale agli enti regionali di tutto ciò che attiene la responsabilità, la gestione e l'organizzazione degli istituti di formazione professionale, nessuno escluso, che attualmente interessano il 25% dell'intera popolazione scolastica italiana.
La nuova legge
Finora, invece, in materia di istruzione professionale la potestà esclusiva era dello Stato. Tuttavia, con la nuova legge l'area di istruzione professionale e tecnologica passerà agli enti locali, ma rimarrà comunque di carattere pubblico. In pratica, lo Stato eserciterà una forma di controllo per garantire che non ci siano disparità soprattutto in materia di standard qualitativi fra gli istituti di alcune regioni e quelli di altre, e interverrà laddove disparità dovessero verificarsi.
Analogamente, sul piano dei diritti individuali, il progetto prevede (come peraltro già è oggi) che non venga modificata la possibilità, sia per gli studenti sia per i professori, di passare dall'istituto di una regione a quello di un'altra, e dal canale professionale a quello dell'istruzione e viceversa.
Altra proposta è quella che prevede la possibilità di accesso all'università anche agli studenti provenienti da un istituto professionale, previo esame di stato. I diplomi avranno valore nazionale.
Contratto dirigenti
Incarico temporaneo (da 2 a massimo 7 anni); licenziamento per scarso rendimento; attività da verificare ogni anno; addio all'anzianità e all'automatismo della carriera. Questi alcuni dei punti "essenziali" del primo contratto dei dirigenti scolastici firmato oggi all'Aran sottolineati dal sottosegretario Valentina Aprea che esprime "grande soddisfazione per la positiva conclusione". Un contratto - riferisce lo stesso sottosegretario - che vede un investimento di 48,03 milioni di euro.
"Il contratto dei dirigenti scolastici - afferma Aprea - innova gli istituti contrattuali fondamentali e rappresenta uno strumento essenziale in vista dell'avvio dei nuovi ordinamenti scolastici. Il riconoscimento della piena dirigenza per i presidi e i direttori didattici rappresenta una svolta". Aprea riferisce alcuni punti essenziali del contratto: - il governo ha investito 48,03 milioni di euro rispetto alla disponibilità (103 milioni di euro) del precedente esecutivo; - i capi di istituto entrano nella dirigenza pubblica dopo essere stati "espulsi" nel 1972; il loro stipendio base sarà ora di 36.150 euro annui lordi, "a un passo dall'allineamento con la dirigenza amministrativa; - è stata cancellata l'anzianità; nessun dirigente - fatta salva la retribuzione individuale maturata - avrà più la progressione autonomatica della carriera". Piena soddisfazione dell'Associazione nazionale Presidi per la sigla del contratto dei dirigenti scolastici.
Cda dell'Istituto
A Villa Falconieri a Frascati si è insediato il nuovo Consiglio di amministrazione per l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell'istruzione. E' presieduto da Giovanni Trainito e composto da Antonio Augenti, Giuseppe Bertagna, Giacomo Elias e Guido Fiegna.


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