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Messaggero: In quattro anni tagli per 246 posti

Via 140 insegnanti e 106 fra segretari e bidelli: è la manovra voluta dal governo

01/07/2008
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Il Messaggero

Calcolate provincia per provincia le conseguenze sul corpo docente e sul personale Ata

Gorizia e l’Isontino al penultimo posto in Italia In regione le riduzioni maggiori a Udine

Ben 246 posti in meno da qui al 2012, di cui 140 insegnanti e 106 bidelli e segretari. Questo è l’effetto che avrà sugli istituti isontini la “manovra d’estate”, voluta dal governo per portare la scuola all’efficienza gestionale. L’intento è di avvicinare il rapporto alunni/docenti agli standard europei, ma nel concreto il decreto provocherà una riduzione degli organici, con 87.335 cattedre e 45.000 ausiliari tecnico-amministrativi in meno a livello nazionale nel giro di quattro anni.
A tracciare una mappa degli effetti della razionalizzazione è “Il Sole 24 ore”, che ha calcolato provincia per provincia le ripercussioni sia sul corpo docente che sul personale Ata. Gorizia è al penultimo posto in Italia in termini di tagli. Si calcola che per il prossimo anno scolastico gli istituti isontini perderanno, appunto, 140 docenti, di cui 47 sia alle elementari sia alle superiori, 25 alle medie e 21 negli asili.
L’Isontino in un certo senso si distinguerà dagli altri centri italiani, dove la maggior parte delle riduzioni sarà concentrata alle primarie. Sempre nella nostra provincia, considerevole è anche il numero di operatori tecnici e amministrativi a rischio: si parla infatti di ben 106 operatori. Solo a Isernia le riduzioni saranno inferiori a quelle previste nell’Isontino, con 116 cattedre e 77 bidelli in meno.
In ambito regionale, sarà Udine la provincia che risentirà maggiormente della “manovra d’estate”, con 583 insegnanti e 399 Ata in meno. Seguono Pordenone, con l’eliminazione di 309 docenti e 196 bidelli, e Trieste, rispettivamente con tagli di 218 e 140 figure.
In quella che lo stesso ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha definito una “cura da cavallo”, una parte dei risparmi ottenuti con la razionalizzazione dei costi sarà reinvestita per migliorare il mondo della scuola. Per l’esattezza il 30 per cento di quanto ottenuto sarà utilizzato per alimentare un fondo ministeriale, volto a erogare risorse per la valorizzazione e lo sviluppo professionale del personale.
Come si intuisce osservando la situazione delle varie province, gli effetti territoriali della “manovra d’estate” varieranno a seconda delle città. È vero che l’intento del governo è di alzare di un punto il rapporto alunni/docenti, in modo da avvicinarsi agli standard dell’Unione europea, ma il criterio numerico deve essere perseguito anche attraverso altre misure.
Tra queste vi sono il ridisegno dei piani di studio e degli orari, nei diversi ordini di scuola, e non può essere trascurata la rimodulazione dell’organizzazione didattica delle elementari, cosa che fa pensare a un ritorno del maestro unico.
Francesca Santoro


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