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Messaggero: Il presidente dell’Invalsi:«Risposte tutte uguali, così ci siamo insospettiti»

Piero Cipollone, presidente dell’Istituto nazionale di valutazione del sistema scolastico

11/08/2009
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Il Messaggero

di MARIO AJELLO

ROMA - Si era illuso, il Mezzogiorno, di essere diventato - come mai prima d’ora - la parte d’Italia più popolata da bravi studenti di scuola media inferiore. Poteva essere un bel trofeo, da sventolare sotto il naso degli ”asini” del Nord, dove la Lega si dà tante arie di superiorità culturale, e invece al meno per quel che riguarda i test scolastici... Invece, niente. A un’occhiata più profonda, le prove degli esami hanno dimostrato che il Sud è sempre il Sud e insomma anche scolasticamente è sotto il Settentrione.
E’ così, dottor Piero Cipollone, presidente dell’Istituto nazionale di valutazione del sistema scolastico?
«E’ accaduto questo. L’esame di terza media è uguale in tutta l’Italia. Si tratta di domande a risposta aperta, alcune, e a risposta chiusa con scelte pre-determinate, altre».
E aveva vinto il Sud, anzi no ha vinto il Nord?
«Abbiamo fatto un campione su 1304 scuole, divise per regioni e rappresentative dell’intero territorio italiano. Poi abbiamo aggregato per macro-aree i dati ricevuti. E a una prima analisi è venuto fuori che il Sud ha leggermente prevalso nella qualità delle risposte».
Però?
«I dati possono presentare situazioni anomale e quindi la prima operazione da fare è ”pulirli”. Per renderli veramente affidabili».
La pulizia ha premiato il Nord?
«Abbiamo constatato che ci sono scuole in cui la differenza nelle risposte quasi non esisteva e sembrava come se le avesse compilate un solo studente, bravissimo, per tutti. Dopo la ”ripulitura”, è venuto fuori che il Nord sta avanti rispetto al resto del Paese e che il numero delle risposte corrette, in queste prove, è minore nel Mezzogiorno».
Ma servono davvero questi test di valutazione?
«Sì, nella misura in cui guidano le scuole nella loro attività didattica. Una scuola, guardando i risultati di questi test, può capire in quali ambiti disciplinari e più carente e dove deve migliorare».
Non servono quindi per una battaglia Nord-Sud?
«Ma figuriamoci. Purtroppo, tutti gli studi scientifici già ci dicono che gli scolari del Nord hanno livelli di competenza più elevati rispetto ai loro coetanei di altre parti d’Italia. Noi possiamo misurare soltanto, con le nostre tecniche, i livelli di apprendimento dei ragazzi in alcune discipline e fornire elementi utili agli istituti scolastici».


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