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Messaggero: I sindacati attaccano: «No ai tagli,va migliorata la qualità dei docenti»

I sindacati contestano il ministro Gelmini. E ne rovesciano le tesi: le critiche alla scuola italiana casomai dimostrano che si è intrapresa una strada sbagliata. Fatta di tagli indiscriminati, invece di puntare sulle retribuzioni e sul merito, su assunzioni e investimenti.

18/06/2009
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Il Messaggero

ROMA I sindacati contestano il ministro Gelmini. E ne rovesciano le tesi: le critiche alla scuola italiana casomai dimostrano che si è intrapresa una strada sbagliata. Fatta di tagli indiscriminati, invece di puntare sulle retribuzioni e sul merito, su assunzioni e investimenti. «L'indagine internazionale dovrebbe far riflettere il Governo sulle conseguenze disastrose di politiche, in materia di istruzione, fatte solo di tagli», dice il segretario generale della Flc Cgil, Pantaleo. Ad esempio, spiega, a proposito di elevamento dell'obbligo scolastico nell'indagine si afferma che gli esiti di apprendimento sono positivi laddove la scelta degli indirizzi è compiuta dopo il quindicesimo anno di età e negativi nei Paesi con scelte precoci; in tal senso gli esperti europei suggeriscono di realizzare un biennio iniziale di scuola secondaria superiore fortemente unitario e generalista: «La riforma per la secondaria e la possibilità di assolvere l'obbligo scolastico nella formazione professionale rispondono ad una logica completamente diversa». E ancora: «Si ribadisce che un numero basso di alunni per classe è elemento anch'esso determinante per un buon apprendimento ed invece nel nostro Paese si è aumentato il numero di alunni per classe». Di Menna (Uil scuola) va avanti: «Per la qualità della scuola bisogna puntare sugli insegnanti». Negli altri paesi hanno fatto la scelta di selezionare bene gli insegnanti e di pagarli molto. Le basse retribuzioni, il carico burocratico, molte volte inutile, scaricato sulle spalle di chi a scuola lavora ogni giorno, sono le questioni critiche del nostro sistema». Il Gilda nota che in Italia le spese per i docenti di sostegno, diversamente da quanto avviene negli altri Paesi europei, sono a carico del ministero dell'Istruzione, così come i costi relativi agli insegnanti di religione. E dunque la situazione italiana è assai particolare.
L’Ugl scuola conferma la necessità di introdurre nuovi sistemi di reclutamento e di carriera del personale, basati su criteri meritocratici e su sistemi di valutazione collegiali e non unilaterali. Così dice il segretario nazionale Mascolo: «Pur apprezzando la priorità che il governo attuale ha dato alla riforma della scuola ribadiamo che i continui tagli agli organici e l'assegnazione dei fondi con ritardi notevoli o seguendo criteri poco chiari non possono garantire il raggiungimento degli standard di qualità auspicati dall'Ocse. La riforma del sistema scolastico deve essere affrontata nel suo insieme, anche attraverso un piano pluriennale di assunzioni ed investimenti». Dal Pd molte critiche. La senatrice Soliani nota: «I tagli indiscriminati rispondono alla logica dell'economia, non a quella della qualità. Se aumentano le bocciature, se la condotta degli studenti è cattiva, vi è ben altro da fare che invocare serietà e merito o imporre il 5 in condotta. Di fronte a questi problemi Gelmini sembra una maestra armata solo della penna rossa. Sono a rischio in Italia le prossime generazioni, non basta davvero la banalità della propaganda».
R.P.


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