Messaggero-Genitori e maestri sul piede di guerra
corteo contro la "riforma del doposcuola" ha aderito tutta la sinistra. Fi e An: una contestazione solo politica Genitori e maestri sul piede di guerra Oggi manifestazione a Roma. Ma la Mo...
corteo contro la "riforma del doposcuola" ha aderito tutta la sinistra. Fi e An: una contestazione solo politica
Genitori e maestri sul piede di guerra
Oggi manifestazione a Roma. Ma la Moratti: "Non toccherò il tempo pieno"
di ANNA MARIA SERSALE
ROMA - Per loro il rischio è quello di tornare all'Italia degli Anni Sessanta, ad una scuola che "discrimina le classi sociali", con la "sparizione del tempo pieno". Genitori, bambini, insegnanti, partiti della sinistra, oggi sfilano in corteo a Roma per dire "no" al decreto Moratti. Da viale Trastevere risponde il ministro. "Non è vero niente, il tempo pieno verrà garantito a tutti, in forma gratuita, come in passato. E saranno garantite le 40 ore settimanali. Mi dispiace che ci siano strumentalizzazioni - continua la Moratti - danneggiano famiglie e bambini. Si compromette inutilmente la serenità di tanti genitori e, soprattutto, di tante mamme che lavorano. Ho il massimo rispetto per qualsiasi forma di libera espressione e quindi anche per chi manifesta domani (oggi, ndr), tuttavia quel che si dice è falso: il tempo pieno e il tempo prolungato rimangono nella loro massima estensione, resta la mensa, con l'assistenza del personale docente, e ovviamente sarà tutto gratuito".
Alla manifestazione nazionale hanno aderito le associazioni degli insegnanti, Cgil e Cisl, Cobas, Ds, Verdi e Rifondazione comunista. "Un grande sforzo collettivo - dicono - per dire al governo quanto sia insensato questo progetto di riforma, che scambia il tempo pieno con un "servizio" a ore". E' nato così, dopo giornate convulse, con il tam tam della protesta su Internet, il Coordinamento in difesa del tempo-scuola. Ha anche una sigla, Cesp. Il Coordinamento attacca il primo decreto attuativo della legge 53, sulla riforma della scuola, e chiede la tutela dell'istruzione pubblica. In difesa del ministro si schierano Fi e An: "Abbiamo inutilmente tentato di spiegare in aula ai colleghi del centro-sinistra - sostiene Luca Malcotti, consigliere comunale di Alleanza Nazionale a Roma - che le giuste preoccupazioni per il tempo pieno erano ormai superate dopo i chiarimenti del ministro Moratti. Caparbiamente la sinistra vuole aderire ad una manifestazione solo strumentalmente politica, dove la difesa della scuola non c'entra nulla".
Intanto, in una elementare romana, a Primavalle, sventola la bandiera della contestazione. Mamme e figli dormono nella palestra con i sacchi a pelo: "Se qui il pomeriggio si chiude - dicono le madri - non sappiamo più dove lasciare i nostri ragazzi". E oggi la rabbia esplode in piazza. A partire dalle 14, da piazza della Repubblica, a Roma, si svolgerà la manifestazione nazionale unitaria per chiedere il ritiro del controverso decreto.
Insieme al Coordinamento in difesa del tempo scuola scende in piazza anche una delegazione dei precari del Miip. Il movimento degli insegnanti precari intende sollecitare il ripristino delle graduatorie dopo le denunce alla magistratura per presunte "scorrettezze" nella compilazione degli elenchi. "Non è escluso - sostiene la portavoce Aureliana Scotti - che per la fine del mese organizzeremo un appuntamento di piazza tutto nostro. La nostra situazione di anno in anno peggiora nella più totale mancanza di certezze fra diritti continuamente cancellati, aggravata da una politica scolastica di demolizione della scuola pubblica e di precarizzazione del personale". I precari storici (docenti abilitati a seguito di concorso) contestano che gli insegnanti specializzati (Ssis) possano beneficiare, ai fini dell'inserimento nelle graduatorie permanenti relative alle diverse discipline, del bonus di 30 punti per ciascuna abilitazione conseguita e degli ulteriori 3 punti assegnabili in relazione al titolo. Con la sentenza del luglio scorso, il Tribunale amministrativo regionale del Lazio, su vari ricorsi dei docenti specializzati Ssis, aveva annullato il decreto del ministero dell'Istruzione nella parte in cui prevedeva l'attribuzione ai docenti "ordinaristi" di un punteggio aggiuntivo di 18 punti. Punteggio che, secondo gli intenti prospettati dal ministero di viale Trastevere, doveva avere la funzione di riequilibrare le posizioni dei precari storici rispetto a quelle dei docenti sissini. In relazione a questa sentenza, le graduatorie provinciali permanenti sono state rettificate con la decurtazione del bonus di 18 punti attribuiti ai precari storici. I nuovi ricorsi presentati dai precari storici contro le graduatorie riaprono il problema, sottolineando che le precedenti sentenze del Tar non sarebbero state pienamente attuate.