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Messaggero: Gelmini boccia il 6 rosso. Si può promuovere solo con sufficienza "vere"

Il ministro: «Improprio metterlo in pagella». I presidi: «Non si può respingere per un voto»

10/06/2009
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Il Messaggero

di VERONICA CURSI
ROMA - Il “sei rosso”? «E’ improprio». «Non corrisponde all’attuale quadro normativo»: insomma non si può mettere in pagella, perché considerato “fuorilegge”. A pochi giorni dalla chiusura degli scrutini nelle scuole medie, il ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini boccia l’escamotage architettato da alcuni presidi per aggirare la legge 169 che dispone l’ammissione alla classe successiva con la sufficienza in tutte le materie. E scoppia la polemica tra i dirigenti: «Il sei rosso? E’ solo una dicitura. Anche se in altri modi saremo comunque costretti ad arrotondare le insufficienze». L’idea del 6 rosso infatti è nata tra i presidi proprio per evitare una strage di bocciati. Solo alcune scuole hanno pensato alla possibilità di evidenziare l’insufficienza. Altre hanno deciso di riportare in pagella sei accompagnati da asterischi, per poi comunicare alle famiglie con una lettera il debito da recuperare. Ieri mattina, però, sulle scrivanie dei dirigenti scolastici è arrivata una circolare in cui si chiarisce una volte per tutte la modalità di svolgimento degli scrutini finali nella scuola media: niente sei rossi ma ammissione con tutte sufficienze. Ciò non esclude, ovviamente, che la scuola, nell’ambito della propria autonomia, possa programmare, rispetto alle carenze, tutti gli interventi didattici opportuni. «I voti relativi allo scrutinio finale - si legge infatti nella nota - sono deliberati a maggioranza dal consiglio di classe su proposta, non vincolante, del docente della singola disciplina. E questo vale anche nel caso in cui il giudizio di sufficienza venga formulato, con adeguata motivazione, in presenza di carenze di una o più discipline». In questo contesto il sei scritto in rosso per il Ministero «è del tutto improprio, perché non corrisponde all’attuale quadro normativo, visto che nella scuola secondaria di primo grado l’ammissione all’anno successivo o all’esame di Stato non è condizionata, ma viene deliberata dal consiglio di classe». Proprio il consiglio infatti «nel caso in cui ci fossero delle carenze, può procedere ad una valutazione che tenga conto oltre che del livello di preparazione raggiunto, anche della possibilità di recupero del ragazzo nel corso dell’anno scolastico successivo». Insomma, le scuole possono individuare i criteri di valutazione degli alunni «ma devono attenersi al rispetto della normativa nazionale». E dunque la promozione deve essere deliberata, seppur a maggioranza, con almeno tutti sei. «Un provvedimento che - per il Ministero - introduce una maggiore responsabilizzazione del consiglio di classe in fase di scrutinio. Eliminando la possibilità di assegnare, come avveniva in passato, giudizi non sempre comprensibili e valutazioni che nascondevano anche gravi insufficienze». E i cinque ammorbiditi in sei? La stessa nota infatti chiarisce che «sono rimesse direttamente alle scuole, nella loro autonomia, le modalità e le forme per la comunicazione alle famiglie e allo studente relativa alla preparazione raggiunta». Così, «nel caso in cui l’ammissione alla classe successiva sia comunque deliberata in presenza di carenze, la scuola può inserire una specifica nota al riguardo nel documento individuale di valutazione da trasmettere alla famiglia dell’alunno». Tutto: ma niente sei rossi. Intanto nelle scuole dove gli scrutini sono conclusi si tirano le somme. La nuova legge ha davvero riportato più rigore? Per Pietro Perziani, preside della media Viscontino di Roma «la percentuale di bocciati non è stata più alta rispetto agli anni passati perché, com’era ovvio, non si può bocciare con una sola insufficienza. C’è stato uno scadimento della serietà. Le scuole sono state obbligate a camuffare i 5». Anche alla media via Perazzi, a Val Melaina «il numero di studenti che non hanno superato l’anno è rimasto pressoché invariato - dice la preside Marina Todini - Gli scrutini sono stati fatti considerando anche altri fattori oltre al singolo voto».


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