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Messaggero-Futuro incerto per i co.co.co della scuola, lavoratori di serie B

LAVORO E PRECARIETA' Futuro incerto per i co.co.co della scuola, lavoratori di serie B Ricoprono mansioni di responsabilità, ma la riforma Biagi non ha riconosciuto il loro diritto a esse...

28/01/2004
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Il Messaggero

LAVORO E PRECARIETA'
Futuro incerto per i co.co.co della scuola, lavoratori di serie B
Ricoprono mansioni di responsabilità, ma la riforma Biagi non ha riconosciuto il loro diritto a essere inquadrati in organico
di RENATO LETI

Prendi due al posto di uno: non si tratta di un saldo di fine stagione ma dell'incredibile situazione in cui si trovano tuttora i lavoratori Co.Co.Co. (collaboratori coordinati continuativi) impiegati nelle segreterie scolastiche di alcuni Istituti della provincia di Rieti.
Una misteriosa e discutibile interpretazione messa in atto al momento del passaggio da Lsu a CoCoCo ha infatti stabilito che i posti ricoperti dal personale suddetto richiedono la prestazione di due lavoratori per ciascuna mansione anziché uno soltanto nell'organico ufficiale, come avviene normalmente per il personale di ruolo o quello con incarico annuale nominato dal Csa (ex Provveditorato agli Studi).
Lavoratori di "serie B" dal futuro incerto e nebuloso, insomma, che dopo aver subito per anni restrizioni economiche e precarietà di orario si ritrovano ad essere considerati di rincalzo pur ricoprendo mansioni di responsabilità e di comprovata e reale utilità nell'andamento funzionale degli uffici scolastici.
Il tutto appare ancora più controverso e paradossale se si considera che buona parte di costoro possono vantare ormai una lunga esperienza in tale settore (in alcuni casi decennale) mostrando conoscenza e pratica lavorativa talvolta superiore a tanti colleghi di ruolo.
La speranza, rimasta ancora illusione, era quella di un inserimento definitivo negli organici della scuola ma anche il 2004 è iniziato con una proroga dei precedenti contratti-progetto a tempo determinato senza alcuna certezza per il futuro.
In base alla Legge "Biagi" si paventava una soluzione ottimale di questa intricata situazione ma tuttora non si riesce a comprendere chi, come e quando si restituirà a questi lavoratori dignità e considerazione.
L'intero sistema, sindacati compresi, non sembra interessato più di tanto ad approfondire l'argomento. Nel frattempo, nulla è cambiato: trenta ore settimanali di lavoro senza alcun tipo di retribuzione in caso di malattia, permessi di nessun genere né diritto a ferie, tredicesima mensilità e quant'altro previsto per il personale assunto a tempo pieno. Per questo, forse, occorrono due Co.Co.Co. per coprire un posto vacante.


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