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Messaggero: Fioroni difende la scuola: «Tagliare gli sprechi ma senza ledere i diritti»

è così che Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica Istruzione, risponde al collega del Tesoro, Tommaso Padoa Schioppa

24/06/2006
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Il Messaggero

di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - «Tagliare gli sprechi ma senza ledere i diritti», è così che Giuseppe Fioroni, ministro della Pubblica Istruzione, risponde al collega del Tesoro, Tommaso Padoa Schioppa, dopo le ipotesi di “tagli” sulla scuola. Fioroni usa toni pacati, ma fermi. Il responsabile della Scuola difende «il diritto allo studio» e «l’integrazione dell’handicap». E, al riguardo, non ammette restrizioni: «Va bene tagliare gli sprechi - ha sottolineato Fioroni - ma questo non si deve tradurre in una decurtazione dei diritti. Scuola e Sanità sono diritti irrinunciabili, che lo Stato deve garantire». In ogni caso, per dimostrare che l’allarme di Padoa Schioppa per i conti pubblici in rosso non cade nel vuoto, ma anche per evitare sforbiciate indiscriminate, il ministro Fioroni ha deciso di istituire «un gruppo anti-sperpero». Il gruppo avrà il compito di individuare eventuali sacche di improduttività. Ma i sindacati sono già sul piede di guerra: «La cura drastica rischia di aggravare il paziente. La scuola ha toccato il fondo del barile, i soldi vanno trovati altrove». «La scuola italiana merita di più», ha detto Fioroni. Il giro di vite nessuno lo rifiuta: «Però sugli sprechi, non sulle risorse», sottolineano Flc-Cgil, Cisl e Uil. «Non siamo disponibili a subire tagli - ha avvertito il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini - Ci aspettiamo dalla coalizione che ha vinto le elezioni la realizzazione degli impegni sottoscritti per la scuola a partire proprio dall'incremento degli investimenti». Quanto alle classi con 12 bambini e 3 insegnanti che, secondo Padoa Schioppa, testimonierebbero l'esigenza di ridurre le spese, Panini ha fatto notare che le classi funzionanti nella scuola statale «sono sempre costituite da un numero di studenti superiore ai limiti consentiti dalla legge, fatta eccezione per le scuole di montagna». E Francesco Scrima, Cisl, conclude: «Non si possono riproporre tagli ad un settore che da oltre dieci anni viene sistematicamente depauperato».


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