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Messaggero: Falsati i test di terza media, Sud bocciato

L’Invalsi corregge la classifica: troppi studenti hanno copiato agli esami, più bravi i ragazzi del Centro-Nord

11/08/2009
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Il Messaggero

ROMA - Bravi e studiosi al Nord, bravi ma copioni al Sud. E il bello è che la colpa è dei professori meridionali, troppo permissivi con gli studenti corregionali. A sostenerlo è il campione statistico ottenuto dai recenti esami della Invalsi, l’ Istituto Nazionale di valutazione del sistema Educativo, che da due anni ha introdotto una prova scolastica per gli alunni di terza media, che ha lo scopo di verificare i livelli di apprendimento degli studenti nelle due materie di studio principali, l’italiano e la matematica. Il test si è svolto, uguale per tutti gli studenti d’Italia, lo scorso 28 giugno. All’appello 570 mila esaminandi. Al termine di tutte le prove, i risultati sono stati inviati per via telematica all’Istituto di valutazione, che, su base statistica regionale, ha rilevato: «Gli allievi del Centro-nord conseguono risultati significativamente più elevati rispetto a quelli del Sud». La media dei punteggi ottenuti nel test dai ragazzi è stata: per l’italiano al Centro-Nord 28,4 contro 25,1 del Sud. Per la matematica 18,7 al Nord, 18,4 al Centro e il 15,5 al Sud.
Ma come? Non erano proprio gli studenti del meridione i più bravi e meritevoli? Quelli che, consapevoli di un futuro difficile, sin da giovanissimi vogliono eccellere nello studio? E in effetti, le prove giunte da tutte le regioni non farebbero che sottolineare la bravura degli alunni del Mezzogiorno d’Italia: i ragazzi del centro e del sud hanno conseguito risultati assai buoni in Italiano e ancor di più in matematica, con punte di eccellenza in Calabria, Campania, Sicilia e Puglia, tanto da relegare tra i somari gli studenti del nord.
Ma il Ministero dell’Istruzione ha voluto vederci chiaro, e ha introdotto il giustiziere Invalsi. La sproporzionata genialità degli studenti del sud rispetto a quelli del Nord è giustificabile, secondo il rapporto, col fatto che al centro sud i professori avrebbero un atteggiamento definito “anomalo” nei confronti degli studenti: in pratica gli insegnanti sarebbero ben disposti a dare discreti aiutini, o a far finta di nulla se gli alunni collaborano tra loro o addirittura copiano. Il campionamento Invalsi parla di «forte connotazione territoriale nelle indicazioni di comportamenti opportunistici»: in pratica gli insegnanti che lavorano nella propria regione d’origine sono ben propensi a fare dei propri alunni degli esempi di italica sapienza, con l’obiettivo specifico di salvaguardare il buon nome della scuola. Al Nord invece di furbate, i professori, manco vogliono sentire parlare. Col risultato che nessun test sarebbe stato falsato mettendo in evidenza l’effettiva preparazione degli alunni. «Un fondo di verità c’è» replica Martina, 13 anni, napoletana, fresca di test Invalsi «nel senso che tutte le volte che cercavo di copiare venivo una volta sgridata e tre no. Ma questo riguardava per lo più la prova di matematica, talmente difficile che gli stessi professori hanno ritenuto opportuno venirci incontro. Discorso a parte per l’italiano, che a scuola ci viene insegnato come il pane quotidiano da tutti i professori, compreso quello di religione. E gli aiutini durante la prova non sono quasi serviti».
Da quanto evidenziato, le complicate manovre statistiche dell’Invalsi, pur restituendo al sud il presunto grado di somaraggine, non spiegano in maniera esauriente la maggiore o minore presenza di alunni stranieri per istituto scolastico, dato che correggerebbe ulteriormente il tiro almeno per quanto riguarda la prova d’italiano. Perché se è inoppugnabile che la matematica è la stessa ad Aci Catena così come a Bora Bora, una classe della cittadina catanese con una presenza di stranieri pari a zero avrà sempre una conoscenza dell’italiano assai maggiore rispetto a un’altra presente in via Paolo Sarpi a Milano.


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