Messaggero: E oggi il via libera alle nuove superiori
Riforma in Consiglio dei ministri: si parte dal primo anno, torna la geografia
ROMA - Le commissioni di Camera e Senato hanno licenziato la riforma delle superiori, dando pareri favorevoli, accompagnati solo da alcune “raccomandazioni”. Il Parlamento ha chiesto, e il governo è d’accordo, che la riforma debba partire a settembre prossimo dalla prima classe e non dal biennio. I tre regolamenti firmati dalla Gelmini, che di fatto contengono un sostanziale riordino della secondaria, per essere varati ora devono soltanto ottenere l’ultimo “sì” di Palazzo Chigi, cosa che è in programma per oggi. Tempi stretti per l’approvazione, il 26 marzo scadono i termini per le iscrizioni degli alunni e le famiglie devono scegliere tra i nuovi sei licei. Anche per questo ieri il ministero dell’Istruzione ha annunciato che alle famiglie e alle scuole medie saranno inviati gli opuscoli «con informazioni dettagliate sulla riforma».
Ieri sera il sottosegretario all’Istruzione, Giuseppe Pizza, ha incontrato i sindacati della scuola in vista del varo definitivo della riforma che parte dalle prime classi e riporta la geografia negli istituti tecnici. Domenico Pantaleo, segretario nazionale della Flc-Cgil, che prepara una assemblea pubblica per il 17 febbraio, lancia però pesanti accuse: «Nessun confronto, l’impianto risponde solo a una logica di tagli, questa non è una riforma vera della secondaria, che è necessaria e urgente. Le conseguenze saranno ulteriori riduzioni di organico». Sul piede di guerra anche la Gilda, il coordinatore Rino Di Meglio ha indetto assemblee nelle scuole e chiede il «ritiro della riforma». Quanto ai Cobas indicono uno sciopero per il 12 marzo e anche loro chiedono «il ritiro del provvedimento che cancellerebbe materie importanti di studio, con migliaia di posti di lavoro perduti». Pesanti bordate anche dall’opposizione: «Hanno vinto i diktat di Tremonti, preoccupato solo di contenere la spesa pubblica», ha dichiarato la presidente del Pd in Senato, Anna Finocchiaro, commentando il via libera ai regolamenti dato da Palazzo Madama pochi giorni fa.
Continuano anche le polemiche sui “tagli” alle ore di storia e geografia: Sull’argomento è intervenuto Giorgio Rembado, il leader dei presidi, che propone una soluzione: «Il curriculum di studi almeno in parte va costruito nella scuola, recuperando eventuali carenze. Ci si deve muovere in una logica diversa - afferma Rembado - più difficile, forse, ma migliore. Ogni istituto può gestire autonomamente le attività didattiche, da un minimo del 20% del monte ore a un massimo del 30-35%, Deve essere quindi l’istituto a individuare le materie più coerenti con l’indirizzo di studio, sapendo che non c’è spazio per tutto lo scibile».
La riforma, dunque, sarà in vigore dal prossimo anno scolastico. «In tutto sei licei, per cancellare la giungla di indirizzi e sperimentazioni, che complessivamente erano più di 500». Tra i sei due new entry: scienze umane e musicale-coreutico. Tutti saranno suddivisi in un biennio e un triennio per una durata complessiva di 5 anni. La Gelmini dice che sarà «mantenuta la tradizione umanistica della nostra cultura e contemporaneamente saranno rafforzate le scienze e un sistema scolastico più vicino al mondo del lavoro». Oltre al normale indirizzo scientifico le scuole potranno attivare l’opzione scientifico-tecnologica nel quale il latino viene sostituito dall’insegnamento dell’informatica. L’altra novità riguarda il liceo classico che avrà l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio.
A. Ser.