Messaggero: Confindustria: meno tasse a chi fa innovazione, la ricerca priorità del paese
«Senza innovazione non c’è futuro» che poi è la logica, inesorabile conseguenza del concetto che «Cresce chi innova», titolo e tema della VII Giornata della Ricerca
di LUCIANO COSTANTINI
ROMA «Senza innovazione non c’è futuro» che poi è la logica, inesorabile conseguenza del concetto che «Cresce chi innova», titolo e tema della VII Giornata della Ricerca che si tiene dinanzi al gotha di Confindustria e alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Che non ci siano alternative lo dice nel suo intervento il vice presidente di Confindustria, Diana Bracco: «L’innovazione, oggi più che mai, è una discriminante...i veri ammortizzatori sociali di lungo periodo, le garanzie più solide per un futuro di crescita, si chiamano ricerca e innovazione...ed allora poniamoci l’obiettivo di portare l’investimento in questo settore almeno al 2% del Pil entro il 2013». Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, conferma. Anzi va oltre sino a sottolineare che «ricerca e innovazione sono la priorità del Paese». Ed è davvero un passaggio decisivo per l’uscita dalla crisi. Non è semplicemente l’opinione degli industriali, come dimostra la presenza del Capo dello Stato in prima fila all’Auditorium di via della Conciliazione.
Il governo non può non giocare un ruolo rilevante, ma anche gli industriali non restare passivi, in attesa che la crisi si esaurisca. Fa anche autocratica, Emma Marcegaglia: «Vero è che il Paese ha perso la capacità di guardare al futuro e stiamo cercando di capire che mondo abbiamo davanti, però anche noi dobbiamo ripensare il modo di fare impresa». Dall’analisi, bisogna passare ai fatti. Il presidente indica alcuni obiettivi: dovrebbe essere l’Europa con il coinvolgimento degli imprenditori, e non i singoli Stati, a gestire programmi e investimenti per la ricerca e l’innovazione; mettendo insieme le risorse dei fondi strutturali, si otterrebbero 13 miliardi. «Sarebbe un passo in avanti straordinario - precisa la Marcegaglia - anche in considerazione del fatto che saranno le ultime risorse a disposizione dell’Italia». Ancora, bisognerebbe abbandonare la logica della frammentazione degli investimenti puntando a progetti concreti. «Perchè il rischio finale è che insieme ai cervelli fuggano anche i progetti». Infine, dovrebbero essere sostenute, con il potenziamento del credito di imposta, le aziende che fanno ricerca e innovazione: «L’Italia non è un deserto».
Il ministro, Mariastella Gelmini, ospite della convention, raccoglie l’invito: «E’ un dovere finanziare chi innova anche se sarà una battaglia difficile». Intanto però il governo non se ne resterà con le mani in mano. Il ministro garantisce che sono in arrivo fondi per un miliardo e seicento milioni. L’obiettivo è arrivare al 2% del Pil: «Certo gli investimenti sono ancora troppo frammentati e la polverizzazione non aiuta a renderci protagonisti in Europa