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Messaggero-Compiti delle vacanze, la "battaglia" dell'estate

Compiti delle vacanze, la "battaglia" dell'estate I pedagogisti: la mente va tenuta in esercizio. I genitori: lasciate rilassare noi e i nostri figli di ANNA MARIA SERSALE ...

11/07/2004
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Il Messaggero

Compiti delle vacanze, la "battaglia" dell'estate
I pedagogisti: la mente va tenuta in esercizio. I genitori: lasciate rilassare noi e i nostri figli
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - "No, non mi va... dopo". "Guarda, che devi farli...". Pausa, il tono perentorio si stempera: "Non potevano lasciarci in pace? A che serve caricarli così?". E' un "tormento", un "incubo", un "fastidio" che rovina la voglia di gioco, di divertimento, di libertà. E' lo sfogo dei più, che vedono in pericolo il "meritato riposo". Settembre è un lontanissimo traguardo ma genitori e figli sono già entrati nella spirale dei "compiti per l'estate". Tra ansie e mugugni la questione rimane irrisolta, mentre l'Italia si divide in due scuole di pensiero: "Il cervello resti in allenamento, la pausa dei tre mesi è deleteria. Importante non esagerare". Insegnanti e pedagogisti, pur con posizioni diverse, difendono la scelta dei libri sotto l'ombrellone. I genitori, invece, ondeggiano tra improvvisi moti di "severità" e tentativi di "autocommiserazione". "Non ci colpevolizzate", dicono. Poi prendono le distanze dal problema: "La scuola, non noi, deve insegnare a studiare".
I ragazzi sognano un'estate senza "doveri" e "costrizioni", gli insegnanti coinvolgono le famiglie nella necessità di "recuperare debiti e lacune", i genitori si sentono schiacciati da un meccanismo "rovina-vacanze". Che fare? A Roma ci ha pensato il Consiglio dei bambini, che pochi mesi fa in Campidoglio ha chiesto: "Basta compiti". L'appello degli interessati, però, va in controtendenza. Nelle scuole, infatti, i compiti estivi sono tornati di gran moda. Diluiti quotidianamente, o a discrezione dei ragazzi? Dipende. Negli anni Sessanta si sperava che la scuola a tempo pieno rappresentasse la soluzione e cancellasse ogni lavoro a casa. Ma solo in poche e isolate esperienze la scuola è riuscita a fare a mano dei compiti.
Perché libri e quaderni anche in luglio e agosto? "Il lungo break estivo ha effetti negativi - spiega Franco Frabboni, preside della facoltà di Scienze della formazione all'università di Bologna - La "macchina" della mente non può fermarsi, deve continuare ad esercitarsi. C'è il rischio che il lungo "sonno" arrugginisca gli automatismi cognitivi. La mente deve essere lubrificata. A settembre ci si domanda che cosa si è perso durante l'estate? E bisogna ricominciare. E' un errore. Basta non sovraccaricare i ragazzi, farli studiare senza assilli". Frabboni difende i compiti al mare, pur teorizzando la necessità di "abolire i compiti a casa, nel corso dell'anno scolastico". "Sono ripetitivi e annoiano i ragazzi - sostiene Frabboni - Inoltre sono vissuti con un senso di grande frustrazione e sono diseducativi, i genitori li usano in chiave di ricatto".
Un altro pedagogista, Gaetano Domenici, ordinario all'Università Roma Tre, pone l'accento su un altro punto: "La scuola ha il compito di emancipare - afferma - E i compiti contribuiscono a colmare il divario tra famiglie colte e famiglie meno abbienti". Una lancia in favore dell'impegno vacanziero anche da Armando Catalano, coordinatore nazionale dei presidi della Cgil: "Però i compiti devono essere concordati con le famiglie e devono rispecchiare le necessità dei singoli. Perciò, andrebbero abolite le proposte generiche, agli alunni vanno dati incarichi "su misura" per aiutare il recupero".
Temi da svolgere, esercizi che coinvolgono padri esausti, traduzioni e vocabolari, ripassi di geografia, algebra e inglese. Tutto questo, d'estate, per alcuni sembra un fardello insopportabile. Eppure, Donatella Poselli, dell'Unione italiana genitori, usa toni pacati: "Certo, non vanno caricati troppo, ma l'assenza totale di studio in tre mesi fa perdere il ritmo e svanire tante conoscenze apprese. Studiare uno o due volte la settimana non compromette la vacanza e al tempo stesso mantiene in esercizio".


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