Messaggero-Berlusconi, Scuola, priorità del governo
Berlusconi: "Scuola, priorità del governo" Il premier sostiene il progetto della Moratti. Via alla sperimentazione in duecento istituti di ANNA MARIA SERSALE ROMA - "La riforma della scuola è ...
Berlusconi: "Scuola, priorità del governo"
Il premier sostiene il progetto della Moratti. Via alla sperimentazione in duecento istituti
di ANNA MARIA SERSALE
ROMA - "La riforma della scuola è una delle priorità politiche del governo, condivisa e sostenuta da tutta la coalizione", il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi interviene sul problema esplosivo dell'anticipo della riforma che aveva rischiato di dividere la maggioranza. "Il progetto - afferma il premier - è quello predisposto dal ministro Moratti, approvato a suo tempo dal Consiglio dei Ministri e attualmente all'esame del Parlamento. Sono convinto che, subito dopo la pausa estiva, il Senato provvederà rapidamente all'approvazione della legge".
Duecento scuole da coinvolgere nella sperimentazione e una dichiarazione di pieno appoggio del premier, che impegna il governo a sostenere il piano, sono i due risultati incassati ieri dalla Moratti, al termine di quattro giorni di affannose trattative.
Il premier ribadisce l'unità del governo e il sostegno al ministro dell'Istruzione. Lo aveva promesso durante l'incontro che avevano avuto a quattr'occhi a Palazzo Grazioli venerdì scorso. La Moratti allora era molto tesa. Il Consiglio dei ministri aveva bocciato il suo piano. Per problemi di spesa e per evitare che la legge venisse sottratta al confronto parlamentare, Palazzo Chigi aveva deciso lo stop. Tremonti era stato inflessibile: "Non darò soldi se prima non verranno risanati i conti in rosso". Anche i ministri dell'Udc e di An avevano bloccato l'anticipo della riforma. E c'era il "no" di Fini. La Moratti aveva dovuto ingoiare un boccone amaro. Molto amaro. Perché il Consiglio dei ministri aveva mantenuto delle riserve anche sulla mini-sperimentazione. Dando mandato alla Moratti di predisporre il piano, che avrebbe dovuto concordare con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta. Una "subordinazione" non gradita, cancellata ora dalle parole del premier: "E' il progetto predisposto dal ministro Moratti - sottolinea Berlusconi - che affronterà dopo il Senato il dibattito della Camera. La sperimentazione, com'è nelle finalità proprie di questo istituto, praticato e collaudato ormai da molti anni nella scuola italiana, servirà soltanto a fornire elementi utili all'avvio e alla migliore realizzazione della riforma".
Berlusconi sottolinea anche che "non mancheranno risorse adeguate". Parole che per le orecchie della Moratti suonano come musica. Positiva anche la conclusione dell'incontro con il sottosegretario Letta. Il test sulla nuova scuola riguarderà la scuola dell'infanzia e il primo anno della scuola elementare in circa duecento istituti.
In serata il comunicato del ministro: "La sperimentazione partirà il prossimo settembre, in ragione di uno o due circoli didattici per ogni provincia. Si tratta di un campione numericamente contenuto, ma significativo, per la sua distribuzione omogenea nelle realtà territoriali. Il progetto si caratterizza per importanti innovazioni di tipo pedagogico-didattico".
Sono previsti piani di studio personalizzati, la predisposizione di una "cartella" per documentare la storia di ciascun allievo, l'insegnamento della lingua inglese, e l'alfabetizzazione informatica e forme di più accurato raccordo fra gli asili nido, la scuola dell'infanzia e la scuola elementare.
Critici i sindacati. "I dati emersi da palazzo Chigi confermano che questa è una sperimentazione pasticcio - sostiene Enrico Panini, Cgil - punta solo al taglio delle risorse nella scuola pubblica. Le certezze numeriche non valgono più, da poche unità interessate alla sperimentazione siamo passati ad alcune centinaia. L'impressione è di grande confusione".
Ma quali scuole verranno scelte? La richiesta verrà dai circoli didattici stessi, ovvero da quelle strutture che comprendono più plessi scolastici sotto una unità amministrativa. Comunque i nuovi programmi non potranno essere adottati da più di due circoli didattici per ciascuna delle 103 province. I criteri non sono stati resi noti.