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Messaggero-Aumenti ai dipendenti pubblici, servono 3 miliardi

LE RISORSE PER GLI STATALI Aumenti ai dipendenti pubblici, servono 3 miliardi Pressing di Fini per chiudere i contratti, ma il Tesoro frena: prima troviamo i tagli. Sindacati preoccu...

02/10/2004
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Il Messaggero

LE RISORSE PER GLI STATALI
Aumenti ai dipendenti pubblici, servono 3 miliardi
Pressing di Fini per chiudere i contratti, ma il Tesoro frena: prima troviamo i tagli. Sindacati preoccupati per i precari
ROMA Quanti soldi servono per chiudere la vertenza con i dipendenti pubblici? Il conto al Tesoro l'hanno fatto da tempo. Ogni 1% di aumento concesso ai lavoratori di ministeri, scuola, enti pubblici, forze armate e polizia, asl, comuni, province e regioni costa allo Stato quasi un miliardo e mezzo di euro. Si tratta di capire qual è l'aumento di cui i sindacati si potrebbero accontentare. La richiesta dell'8% ovviamente è solo una base di trattativa. Ma qual è il punto d'arrivo?
Il ragionamento che qualche sindacalista azzarda a bassa voce è: lo scorso contratto è stato chiuso al 5,66%, e due anni fa non c'erano le aspettative e la tensione sui prezzi che oggi attraversano la società italiana; quindi questa volta non possiamo firmare se non ci danno almeno qualche euro in più dell'altra volta.
Insomma si parte dal 5,7% in su. Al momento la Finanziaria prevede che la spesa per le retribuzioni cresca del 3,7%. Manca perlomeno il 2%. Cioè quasi 3 miliardi.
Si sa che nella maggioranza c'è chi agli statali non vorrebbe concedere neanche un centesimo, anzi se potesse toglierebbe qualcosa; e c'è chi invece insiste perché si vada incontro ai sindacati. Nel governo è Gianfranco Fini che preme per ampliare lo stanziamento. Il vicepremier non ha apprezzato il testo della Finanziaria nella parte relativa ai contratti pubblici: bisogna trovare il 2% in più, dice.
Trovare il 2% in più non è facile, soprattutto finché vige la regola del tetto alle spese imposta dal ministro dell'Economia Domenico Siniscalco. In base a questa regola, ogni soldo aggiuntivo da destinare ai contratti pubblici deve essere compensato da un proporzionale taglio sulla stessa voce di spesa. Per concedere 3 miliardi in più al personale bisogna prima trovare 3 miliardi di tagli sul personale.
Se invece dicono al Tesoro i sindacati si accontentassero di un contratto un po' meno ricco, potrebbe essere sufficiente individuare qualche risparmio sopportabile: un blocco delle assunzioni con qualche deroga per chi ne ha più bisogno (in particolare forze armate e corpi di polizia), un freno alle assunzioni negli enti locali e nelle asl, un vincolo un po' più stretto sui contratti integrativi (quelli che distribuiscono premi di produttività e avanzamenti di carriera). Con queste misure si troverebbero i soldi per chiudere i contratti al 4,7%. A meno che la regola Siniscalco (il tetto annuale alla crescita delle spese) non salti.
Al di là delle cifre, Cgil, Cisl e Uil sono preoccupati dal modo in cui il governo sta ponendo la questione. I sindacati rischiano di passare per i difensori dei lavoratori anziani, quelli che un posto ce l'hanno, a scapito di chi aspetta l'assunzione. Ecco perché in questi giorni i sindacalisti insistono sul tema dei precari: il governo protestano fa di tutto per non assumerli.
Pie. P.


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