Messaggero: Alla Sapienza valutazione per tutti
Roma lancia le prove di livello, obbligatorie ma non vincolanti
ROMA - Alla Sapienza test d’ingresso per tutti. Si tratta di test orientativi, per mettersi alla prova, per autovalutarsi, per sapere se la strada scelta è quella giusta. E’ la prima volta che accade. Non impediranno l’iscrizione anche a chi non passerà. Anche i corsi di laurea ad “accesso libero“, dunque, verificheranno la preparazione d’ingresso delle matricole. I test saranno obbligatori ma non vincolanti. La Sapienza, l’università più grande d’Italia, in coincidenza con la riforma dei corsi di laurea ha deciso di sottoporre le matricole a una prova sui livelli di conoscenza.
Nessuno sfuggirà. Però gli studenti stiano tranquilli, chi sbaglierà potrà comunque iscriversi al corso prescelto (ovviamente parliamo di corsi non a numero chiuso). Chi sarà valutato negativamente, comunque, avrà un “obbligo formativo” da assolvere entro il primo anno. Con corsi di recupero che si svolgeranno secondo modalità definite dalle singole facoltà. Per i corsi che da anni sono a numero chiuso, tutto invariato: Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Scienze della formazione primaria continueranno ad avere veri e propri sbarramenti: il test per quei corsi di laurea è selettivo. Chi non lo supera non potrà iscriversi. L’iniziativa della Sapienza nasce dalla convinzione che occorra aiutare gli studenti nella scelta. «Solo così - dicono all’ateneo - è possibile ridurre i danni, solo così si ridimensiona il fenomeno degli abbandoni». Dalla laurea, tra l’altro, in gran parte dipende il futuro di un giovane e ogni errore può avere pesanti ripercussioni.
I test di valutazione delle matricole, in realtà, erano stati varati nel 2001, anche se non tutti gli atenei li hanno poi adottati. Finora erano stati episodici. Alcuni atenei li hanno avviati in forma sperimentale. Il provvedimento era nato dalla necessità di aiutare gli studenti a non commettere errori nella scelta della facoltà. Ora La Sapienza è tra i primi atenei d’Italia a generalizzare i test di orientamento per tutti i corsi di laurea. Le verifiche d’ingresso, però, dovranno andare a regime nell’arco di due anni. Il picco degli abbandoni è allarmante, soprattutto nelle facoltà scientifiche. Ecco le cifre, diffuse dall’Istat pochi mesi fa: il 29,6% degli studenti del gruppo geo-biologico si sono perduti nel passaggio dal primo al secondo anno. Nella classifica nazionale degli abbandoni segue l’area scientifica con il 24,8% di rinunce e il gruppo chimico-farmaceutico con il 24,7%. Un altro dato: dei 249.593 giovani laureati nel 2007 in corsi triennali tradizionali e a ciclo unico ben il 63% era fuori corso. Al contrario, gli abbandoni sono minimi per i corsi di laurea a numero chiuso.
A. Ser.