Mense, il Comune ha discriminato” La vittoria dei bambini di Lodi
Il Tribunale di Milano accoglie il ricorso delle associazioni che difendono le famiglie straniere
Zita Dazzi - Luca De Vito
Un regolamento che discrimina i bambini immigrati e che quindi va modificato per garantire parità di diritti. Il Tribunale civile di Milano ha condannato il Comune di Lodi accogliendo il ricorso di Asgi e Naga, le due associazioni che difendevano le famiglie straniere di Lodi, sostanzialmente escluse dai servizi scolastici principali, il bus e la mensa. Il giudice Nicola di Plotti ha sanzionato il « carattere discriminatorio » del Comune, guidato dalla leghista Sara Casanova, che a settembre aveva modificato le regole, imponendo ai genitori poveri degli alunni immigrati, che chiedevano tariffe agevolate, di produrre certificazioni catastali dei Paesi d’origine. Luoghi sconvolti dalla guerra o dove il catasto non c’è mai stato. Per questo 122 bambini provenienti da tutto il mondo erano stati tagliati fuori dalla mensa e costretti a fare lunghi tragitti a piedi per arrivare a scuola.
Quella che era nata come una triste vicenda locale, è diventata in poche settimane il caso simbolo delle politiche contro i migranti che vanno per la maggiore da quando l’Italia ha cambiato governo. Ma il Tribunale di Milano, richiamandosi alla Costituzione e alle normative europee, nonché a sentenze della Corte costituzionale, « ordina al Comune di Lodi di modificare il “ Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate” in modo da consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea di presentare la domanda di accesso a prestazioni sociali agevolate mediante la presentazione dell’Isee, alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell’Unione Europea in generale » . Nell’ordinanza si legge che «non esistono principi che consentano al Comune di introdurre (..) diverse modalità di accesso alle prestazioni sociali agevolate, con particolare riferimento alla previsione di specifiche e più gravose procedure poste a carico dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione Europea » . E individua quindi un chiaro elemento di discriminazione. Per il tribunale « si tratta di discriminazione diretta, essendo trattati diversamente soggetti nelle medesime condizioni di partenza e aspiranti alla stessa prestazione sociale agevolata » . Secondo la prima sezione civile siamo di fronte a un « provvedimento che introduce una disparità di trattamento emesso da un’autorità che non ha il potere di assumere decisioni in proposito (…) e che non risponde a canoni di ragionevolezza».
Alla luce di queste riflessioni, il giudice ha imposto al Comune di Lodi di modificare il regolamento, condannandolo a pagare 5mila euro di spese processuali. «La decisione del Tribunale ripristina la parità di trattamento che la legge prevede: italiani e stranieri devono seguire per accedere alle prestazioni sociali le medesime procedure e queste sono fissate dalle norme del 2013 sull’Isee. È una vittoria della legalità e della ragionevolezza » , commentano i legali delle famiglie che hanno fatto ricorso, Alberto Guariso e Livio Neri.
Appena la notizia si è diffusa a Lodi, una folla si è radunata davanti al Broletto, dove era in programma il consiglio comunale, per fare festa con vino e panettone. «È la vittoria dell’uguaglianza e della legge giusta — commenta Abdelrahman El Said, dell’associazione Al Rahma — I nostri bimbi potranno sentirsi uguali agli altri compagni di classe » . Felice anche Stefano Casserini portavoce del coordinamento Uguali Doveri: « Una grande e piena vittoria per noi, una sconfitta della Lega. Questa sentenza fa testo per casi simili nel resto d’Italia ». Simonetta Pozzoli, l’ex vicesindaca, del gruppo consigliare Pd, è commossa: «Speriamo che si possa ripartire da qui per un percorso più giusto per tutti » . Ma la Lega insiste: « Non cambiamo posizione — dice il deputato Paolo Grimoldi — Perché bisogna regalare la mensa gratuita a chi magari in patria è proprietario di immobili?».