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Meno assunzioni al Sud. E i precari digiunano

SCUOLA L’immissione in ruolo di 65mila tra docenti e personale tecnico-amministrativo sta penalizzando il Meridione. Pantaleo, Flc-Cgil: «Quelle assunzioni rischiano di rimanere sulla carta».

30/08/2011
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da Terra

Dina Galano

Pietro Aprile, Vincenzo Figura, Giuseppe Agosta sono in sciopero della fame da ieri. La loro campanella è suonata prima del tempo, nel bel mezzo delle vacanze estive. Lavoravano in diversi istituti della provincia di Ragusa come collaboratori scolastici e ora sono stati “tagliati”.
 
Si contano 95 posti di lavoro in meno tra assistenti amministrativi, tecnici e operatori solo in questa zona. «Spariti in assoluto silenzio, come in un esodo ferragostano senza ritorno», scrive il Comitato locale di precari Ispica. Hanno deciso per l’estrema forma di protesta perché, spiega Graziella Perticone, docente e membro del Comitato difesa della scuola pubblica di Ragusa, «le scuole stanno iniziando a perdere personale.
 
Finora si è tirata una coperta fin troppo corta e la Sicilia è stata tra le regioni più colpite dai tagli della riforma Gelmini». Perfino un provvedimento sul tempo pieno e prolungato, che esige che ogni struttura sia dotata di locali adatti alla mensa, è diventato per le scuole isolane una spada di Damocle. «Le strutture scolastiche del Sud sono fatiscenti. Il tempo ridotto a scuola influisce negativamente sulla qualità dell’istruzione e implica la riduzione dei posti di lavoro», aggiunge Perticone, «con il risultato che a breve ci troveremo a garantire agli alunni appena tre o quattro ore di lezione al giorno».
 
Tagli lineari e circolari calati dall’alto posso produrre effetti distorti. Così a Palermo docenti e personale Ata, precari soltanto una settimana fa, si sono incatenati davanti ai cancelli del Provveditorato agli Studi. Va male anche in Calabria dove Michele Mileto, segretario provinciale del Sindacato autonomo di base di Reggio Calabria è ormai «esasperato». Per un altro anno sarà precario, perché non è rientrato nelle 65mila assunzioni di personale docente e tecnico-amministrativo disposte da Viale Trastevere. «In Calabria», spiega, «si sono assunti 989 collaboratori scolastici, appena dieci in più rispetto al Friuli che ha la metà degli abitanti. Reggio Calabria sembra l’ultima delle province.
 
Qui le scuole stanno chiudendo per mancanza di iscritti». La sperequazione tra Nord e Sud del Paese continua. Lo provano le modalità delle assunzione dei 30mila docenti precari e dei 35mila amministrativi. Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil, definisce «incostituzionale» la scelta di riesumare dalle vecchie graduatorie 10mila posti retrodatando parte delle nomine in ruolo. «Le graduatorie 2010/2011 dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale», ribadisce Pantaleo, «sono state il risultato di un provvedimento voluto dalla Lega in funzione antimeridionale». Infatti, con l’impossibilità di trasferire il punteggio accumulato e il vincolo di 5 anni di permanenza nella nuova provincia, il docente finiva per desistere dall’emigrare al Nord.
 
«Quelle 65mila immissioni in ruolo rischiano di rimanere sulla carta tra accantonamenti e surroghe», spiega il segretario. L’effetto della manovra anti-crisi sulla valutazione degli anni universitari e di leva militare «vanificherà il piano triennale di assunzioni del ministero». Soltanto guardando al personale docente, saranno almeno in 350mila ad andare in pensione a 65 anni, anziché prima.
 


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