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Medicina, svolta sul numero chiuso addio al test valido per un solo ateneo

Svolta sul numero chiuso, addio al test valido per un solo ateneo. Genova con Torino, Firenze con Parma: dodici graduatorie per tutta Italia

30/06/2012
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la Repubblica

di SALVO INTRAVAIA
IL MINISTERO cambia le regole del numero chiuso all'università. Graduatorie "territoriali", e non più per singolo ateneo, per i test di ingresso a Medicina. È la risposta del ministro Profumo alla notizia, pubblicata martedì da Repubblica, del rinvio alla Consulta della legge che fissa i test di ammissione e il numero chiuso per Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e per le Professioni sanitarie. La novità è contenuta nel decreto di giovedì scorso che fissa modalità e contenuti delle prove di ammissione alle facoltà a numero chiuso per il 2012/2013. Il 4 settembre gli aspiranti studenti di medicina si troveranno di fronte a un'importante novità: concorreranno non per un singolo ateneo, ma per un gruppo di atenei "vicini". Una scelta salomonica che potrebbe vanificare la bomba a orologeria innescata dal Consiglio di Stato, che il 18 giugno su ricorso dell'Unione degli universitari ha rinviato alla Consulta la legge sul numero chiuso nazionale. Il meccanismo messo in piedi nel 1999  -  test uguali per tutto il territorio nazionale, ma singole graduatorie di ateneo  -  per i giudici amministrativi affiderebbe al caso e non al merito l'ammissione alle facoltà a numero chiuso.

L'anno scorso, in effetti, per essere ammessi, per esempio, a Medicina all'università di Verona occorreva raggiungere un score di 49,5 punti. Per essere ammessi all'università del Molise di punti ne bastavano

invece 40,75. Per superare la disparità basterebbe stilare una graduatoria unica nazionale e i più bravi sarebbero premiati. Ma la graduatoria unica ha una controindicazione: gli studenti che hanno trovato un posto a migliaia di chilometri da casa, accetterebbero di trasferirsi? Se così non fosse, la lista su base nazionale avrebbe valore solo sulla carta. Così, ecco la salomonica soluzione del ministero: graduatorie per gruppi di atenei. Gli aspiranti medici (e odontoiatri) di Sicilia e Calabria, per esempio, parteciperanno al test giocandosi tutti i posti assegnati ai quattro atenei interessati: Palermo, Messina, Catania e Catanzaro (Magna Grecia).

Per Medicina, lo scorso anno, le aggregazioni previste erano soltanto due: Udine/Trieste e La Sapienza, che al suo interno conta diverse facoltà di Medicina. Tutti gli altri atenei italiani facevano storia a sé. Quest'anno, l'aggregazione degli atenei è stata spinta al massimo: il decreto di due giorni fa ne prevede dodici. In più, la stessa aggregazione di sedi vale anche per l'ammissione a Odontoiatria. Per Veterinaria sono confermate le due aggregazioni dello scorso anno (Bologna, Milano, Parma, Padova e Teramo/Camerino). Così come per Architettura: la sola aggregazione prevista è quella tra Napoli e Salerno. La soluzione del ministero non piace all'Udu: "Il numero chiuso è sbagliato, non funziona e svilisce il merito e il ruolo dell'università italiana", dice Michele Orezzi dell'Udu. "Questi goffi interventi non riusciranno a nascondere l'ingiustizia e l'inefficacia dei test


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