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Medicina, l'assalto ai test più attesi

Oggi le prove: ne passerà uno su otto. Gli studenti contro il numero chiuso

09/09/2013
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Corriere della sera

ROMA — «Uno su otto ce la fa», si potrebbe dire parafrasando una strofa di un vecchio successo di Gianni Morandi. Riportata ad oggi, giorno di quiz per l'ammissione alle facoltà di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria, significa che poco più di 10.000 fra gli oltre 84.000 neolaureati iscritti per sostenere i test di selezione, potranno cominciare davvero gli studi per diventare dottori. In compenso, quando arriveranno alla laurea, avranno ottime probabilità di trovare presto un lavoro.
È una prospettiva rosea per le aspiranti matricole che si preparano ad affrontare sei anni di corso più tre di specializzazione. Dopo anni di crisi e di sovraffollamento, quella del medico torna ad essere una professione appetibile dal punto di vista occupazionale. Un fascino che non ha limiti di età, come dimostrano i dati sui candidati della Statale di Milano, dove tenteranno di superare l'esame di ammissione ai corsi anche undici over 50. Il più anziano degli iscritti ai test ha 59 anni e ben 98 ne hanno più di 30.
L'accresciuta possibilità di trovare lavoro è uno degli effetti positivi del numero chiuso, lo strumento che ha contingentato i posti disponibili per i candidati a indossare il camice bianco con l'obiettivo di ridimensionare il numero di dottori.
Nel 2011 l'Italia era al di sopra della media Ocse (l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) con 4,2 medici ogni 1.000 abitanti. «Nel 2025 il nostro Paese dovrebbe raggiungere l'allineamento», prevede Andrea Lenzi, presidente della conferenza dei direttori dei corsi di laurea in Medicina.
Forse mossi da queste aspettative — oltreché dalla ambizione di puntare ad una laurea molto accreditata sul piano sociale — le prenotazioni per i quiz, slittati da luglio a settembre, hanno raggiunto livelli da record. Sono 84.165, il 10 per cento in più dello scorso anno (ma sono qualche migliaia in meno quelli che hanno pagato per partecipare). Per tutti l'inizio è stamattina alle undici.
La data unica nazionale è una delle novità del 2013, assieme all'introduzione del bonus di maturità, il voto con cui si è ottenuto il diploma. Un meccanismo destinato ad essere cancellato già dalle selezioni del 2014, come ha annunciato il ministro Carrozza. Per consegnare il questionario predisposto dal ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, con domande di cultura generale, ragionamento, chimica e fisica, il tempo a disposizione è di 100 minuti. La graduatoria sarà nazionale e non secondo una suddivisione per aree geografiche. La sede del corso di laurea sarà assegnata tenendo conto delle preferenze degli studenti selezionati.
Si profila una giornata di contestazioni, almeno secondo quanto annunciato dagli studenti di Link-coordinamento universitario che hanno organizzato manifestazioni davanti alle sedi dei test e davanti agli ospedali di diverse città. Protestano contro il «sistema lotteria del numero chiuso che è completamente fallito e che sta contribuendo a distruggere non soltanto il diritto allo studio, ma anche quello alla salute». Ma Lenzi insiste: «Meglio parlare di numero programmato, che ci permette di capire quanti medici serviranno realmente. Tornare alle iscrizioni a valanga sarebbe un grave errore. Temo però che anche stavolta alcuni ragazzi abbiano scelto di puntare a Medicina senza aver bene in mente di che cosa si tratta. Una vita di studio e di impegno 24 ore su 24».
La carica degli ottantamila ai posti di Medicina apre una settimana calda per le future matricole di altre facoltà gettonatissime. Domani scendono in campo gli architetti, mercoledì e giovedì si tengono le selezioni di Economia, mentre per i futuri studenti di Scienze il giorno dei quiz è ancora domani. E poi toccherà a Farmacia, Chimica e Biotecnologie. Non in tutte le facoltà c'è il numero chiuso. Per alcune c'è un accesso programmato locale. I singoli atenei decidono se stabilire il numero chiuso o fare delle prove orientative.
Margherita De Bac
mdebac@corriere.it
 


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