Maturità, caso privatisti per loro l'esame sarà solo a settembre
Il problema riguarda circa 17 mila candidati all'esame di Stato conclusivo del II ciclo
Sono maturandi anche loro, ma dovranno aspettare fino a settembre o forse più per la fare l'esame di Stato. È lo strano caso dei candidati che si presentano come privatisti alla maturità e che, quest'anno, si ritrovano sospesi in attesa di un esame che si potrà svolgere solo ad emergenza terminata. Mesi dopo rispetto ai candidati interni. E nel frattempo che cosa succede? Il problema riguarda circa 17 mila candidati all'esame di Stato conclusivo del II ciclo che si presentano da privatisti: si tratta di ragazzi o adulti che non arrivano dall'ultimo anno di scuola superiore ma si sono prepararti da soli, studiando a casa o negli istituti privati per recuperare gli anni perduti oppure semplicemente perché hanno deciso si diplomarsi da grandi. Per loro ogni anno è prevista una procedura ad hoc, che vada a verificare la reale preparazione: i privatisti infatti devono fare l'esame preliminare per accedere alla maturità. Vale a dire una sorta di esame di ammissione per verificare che la preparazione del candidato coincida con quella di uno studente dell'ultimo anno. L'esame preliminare di norma si fa nella seconda metà di maggio per poi accedere alla maturità con i candidati interni. Ma quest'anno, a causa del Covid-19, la prova preliminare è saltata perché sarebbe stato impossibile organizzarla nelle scuole chiuse e in presenza. In base a quanto previsto dal decreto scuola si svolgerà dal 10 luglio in poi e si svolgerà in presenza nelle scuole che, in sicurezza, accoglieranno piccoli gruppi. Questo primo esame si svolge quindi almeno tre settimane dopo la data di avvio della maturità, prevista il 17 giugno. Come faranno a fare l'esame? Accederanno alla data della prova suppletiva: probabilmente a settembre, riservata come ogni anno ai ragazzi che per motivi di salute o per altri motivi gravi e documentati non possono fare l'esame a giugno. Per molti dei 17 mila candidati potrebbe essere un problema perché settembre rappresenta, ogni anno, un periodo decisamente caldo per i neodiplomati che, proprio in quei giorni, hanno i test di ingresso all'università a cominciare da quelli per le facoltà a numero programmato. Il decreto legge ha previsto che i privatisti, che ancora non si saranno diplomati per i primi di settembre, potranno comunque svolgere con riserva i test a numero chiuso così come i concorsi o qualunque altra selezione rivolta ai diplomati.
LE PROCEDUREUna soluzione che comunque non mette tutti d'accordo perché pur potendo svolgere i test con riserva, i privatisti si ritroverebbero a dover preparare due o più esami importanti nello stesso periodo: la maturità e l'accesso alla facoltà prescelta oppure ai concorsi pubblici, alle selezioni o alle procedure di abilitazione. Senza contare che potrebbe accadere che un candidato passi il test di ingresso a medicina, ad esempio, per poi vedersi bocciare alla maturità. Per gli studenti che torneranno sui banchi è previsto invece il debutto dell'educazione civica: una materia a tutti gli effetti, già dalla scuola infanzia. Le linee guida sono pronte e ora aspettano il parere del Consiglio superiore della pubblica istruzione; secondo il primo testo i nuclei concettuali sono lo studio della Costituzione, con i concetti di legalità, di rispetto delle leggi e delle regole comuni in tutti gli ambienti come il codice della strada, i regolamenti scolastici, lo studio dello sviluppo sostenibile e dell'educazione ambientale e i temi della Cittadinanza digitale.
Lorena Loiacono