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Maturità, al Nord governatori in rivolta

Dalla Lombardia al Piemonte, protesta dopo il boom dei 100 e lode al Sud: servono ispezioni negli istituti Maroni: troppa differenza rispetto ai test Invalsi. L’Emilia: “Esame poco affidabile, sì a valutazioni standard”

13/08/2016
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la Repubblica

Tiziana De Giorgio 

MILANO.
In Veneto è stata bollata come «un’emergenza». Con la Regione guidata dalla Lega che parla di giovani del Nord-Est ingiustamente penalizzati. E che lancia un appello al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: si invocano controlli a campione sugli alunni, ispezioni a sorpresa negli istituti di tutta Italia, commissioni ministeriali formate da esperti che possano in qualche modo garantire uniformità, quando vengono assegnanti i voti in classe. In Piemonte, è l’assessore all’Istruzione del Pd, Gianna Pentenero, a chiedere un cambio di rotta: «Non ne faccio una questione Nord e Sud — precisa — Ma non si può non ammettere che c’è una divergenza evidente tra i parametri di valutazione». I risultati della maturità pubblicati nei giorni scorsi dal ministero — che mostrano un profondo squilibrio fra le regioni del Nord e quelle del Sud nella distribuzione dei voti più alti — entrano nel dibattito politico. E sono in tanti, dal Piemonte all’Emilia Romagna, dal Veneto alla Lombardia, a chiedere in maniera trasversale una riflessione.
«Servirebbe, per esempio, che i test Invalsi diventassero un elemento comune da cui partire per rivedere i criteri di valutazione su base comune — prosegue Pentenero — così da non svantaggiare gli studenti che devono far valere quei voti per l’accesso nelle università». Perché è questo uno degli aspetti che ha riacceso il grande dibattito sulla valutazione. E sull’Italia a diverse velocità in tema di scuola: da un lato, l’exploit di diplomi da 100 e lode in regioni come Puglia e Campania, che da sole superano quelli di Lombardia, Veneto e Piemonte messe insieme. Dall’altro i risultati di rilevazioni nazionali come l’Invalsi, sugli studenti di seconda superiore, che capovolgono la piramide e vedono gli studenti del Nord di gran lunga più bravi rispetto a quelli del Sud.
In Emilia Romagna, l’assessore alla Scuola, Patrizio Bianchi, parla di un esame di maturità «poco affidabile» rispetto a meccanismi di valutazione più standardizzati come l’Ocse. E invita tutti a non prendere il punteggio dell’esame finale come metro di valutazione del livello delle strutture scolastiche o della preparazione degli studenti. «Questi dati sono certo una novità — commenta invece il governatore della Lombardia, Roberto Maroni — ma sorprendono sempre. E rispetto a quelli rilasciati dall’Invalsi stridono». Fuori dal coro, invece, il forzista Giovanni Toti, presidente della Liguria: «È sempre difficile fare questo genere di classifiche — spiega — perché cambiano le sensibilità e i contesti da regione a regione». Quindi, sui voti dei neodiplomati, preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno: «Faccio i complimenti ai ragazzi del Sud. Spero siano il simbolo di un Sud che ha voglia di ripartire sul merito e l’impegno».

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