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Mattino: Tremila posti in meno: corteo, sciopero e battaglia legale contro il decreto

per la Campania questa volta la posta in gioco è davvero troppo alta: più di tremila posti di lavoro (tra docenti e personale Ata) in pericolo. Così come è «a rischio», secondo i sindacati, il diritto allo studio e all’istruzione in Campania

29/02/2008
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Il Mattino

ANNA MARIA ASPRONE Per una volta hanno superato sigle e divisioni politiche. Cgil, Cisl, Uil, ma anche Snals, Gilda, Cobas. Tutti insieme contro i tagli agli organici della scuola, previsti da un’ordinanza del Ministero. E per la Campania questa volta la posta in gioco è davvero troppo alta: più di tremila posti di lavoro (tra docenti e personale Ata) in pericolo. Così come è «a rischio», secondo i sindacati, il diritto allo studio e all’istruzione in Campania. Un argomento complesso, affrontato ieri durante una conferenza stampa, presso la sede della Uil. Presenti i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Scuola (Francesco Buccino, Vincenzo Brancaccio e Antonio D'Orta) e i segretari generali: della Uil Anna Rea, della Cgil Luigi Servo e della Cisl Enrico Ferrara. Ha partecipato anche l’assessore regionale Corrado Gabriele. Per D’Orta si tratta «di un duro colpo all’occupazione e al diritto allo studio. I tagli maggiori infatti sono per le regioni del Sud a favore del Nord. Per questo noi abbiamo indetto per il 12 marzo una manifestazione regionale che porterà in piazza insegnanti e personale Ata. Ad aprile invece attueremo uno sciopero di tutto il personale scolastico». A giudizio di Brancaccio «il fatto drammatico è che questi tagli devono essere sommati a quelli dell’anno scorso. Tutti insieme dobbiamo far sentire la nostra voce con il Ministero chiedendo la revisione dei dati ufficiali che riteniamo non corrispondano alla realtà effettiva». Un «no» deciso alle emergenze infinite e una politica più ordinaria che straordinaria: è quanto ha auspicato Franco Buccino della Flc Cgil. «I posti tagliati saranno sono molti di più - ha detto - e come sindacato dobbiamo opporci ad una politica che tende a togliere alla scuola il suo ruolo istituzionale». Per Paolo Giugliano è ingiustificabile la politica adottata dal governo verso la Campania dove serve una presa di responsabilità di tutta la società civile. «Se è vero - ha concluso Giugliano - che c’è un esubero di personale, questo potrebbe essere utilizzato per combattere il fenomeno della dispersione, un dramma per la scuola napoletana». Sui tremila tagli è intervenuto anche il segretario provinciale della Cisl scuola Luigi Bifulco: «Qui siamo beffati due volte, prima sui continui tagli per i docenti, provocati dal decremento degli alunni e poi sul fatto che proprio questo decremento è causato da un fenomeno per cui si fa poco: la dispersione scolastica. Ma il governo queste cose non le guarda: pensa solo a fare banali divisioni». Classi stracolme, accorpamenti di classi, tagli di ore di sostegno e del tempo prolungato, taglio dell'offerta formativa, insomma il venir meno dei requisiti indispensabili per una scuola decente. A sostenerlo è Libero Tassella, coordinatore della Gilda degli insegnanti: «Altro che organici funzionali e stabili, da anni si tagliano classi e posti con il machete, ma poi non si esita a gettare nel vuoto fiumi di euro in progetti che non incidono sulle esigenze reali della scuola». E proprio in merito all'impugnativa di decreto ministeriale sui tagli per la scuola in Campania, l’assessore Gabriele ha annunciato: «Stiamo valutando con i dirigenti regionali e i nostri legali le modalità per impugnare il provvedimento presso le sedi giuridiche competenti per conflitto di attribuzione, perché la Regione non è stata consultata. Chiediamo chiarezza in merito ai tagli, ricordando che ai 3000 già eseguiti nel 2007 si aggiungeranno anche quelli del 2008: circa 4000 se si considerano anche gli insegnanti di sostegno». Dal canto suo Anna Rea ha sottolineato che si tratta di «un attacco al futuro dei nostri giovani, quindi il decreto ministeriale va subito rivisitato e modificato. Le nostre scuole, soprattutto quelle di periferia o dei rioni a rischio, hanno bisogno di sostegni e non di tagli». Ed ha aggiunto, polemicamente: «Vanno cambiati i criteri di assegnazione del Ministero, tenendo conto del forte scarto delle scuole tra Nord e Sud».


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