Mattino: Scuola, Tremonti corregge Gelmini
Il progetto messo in cantiere dal ministro Mariastella Gelmini sarebbe stato considerato dal dicastero dell’Economia troppo morbido
ELENA ROMANAZZI Roma. Il ministro Mariastella Gelmini prende tempo. La grande riforma della scuola che spazia dalle materne (con le classi primavera) alle medie e dai licei tradizionali e a quelli tecnici e professionali, per il momento è scritta in brevi capitoli con piccoli titoli. Ai sindacati, i confederali, lo Snals, la Gilda e Anp (i presidi) presenta solo delle slide, rinviando l’esposizione vera e propria del piano alla prossima settimana. Sono in corso piccoli ritocchi, questa la ragione ufficiale del rinvio. Le tabelle con i tagli del personale previsti nella manovra di Tremonti sono nelle mani dei tecnici del dicastero dell’Economia e sono in corso di revisione perché il ministro vuole un piano «blindato». Il pacchetto è corposo, si prevede l’introduzione del maestro unico, l’incremento del numero di alunni per ogni docente, l’accorpamento dei plessi scolastici che hanno meno di 500 alunni, la riduzione delle ore in tutte le scuole di ordine e grado, licei compresi, dove però, almeno per il classico, verranno aumentate le ore di matematica, inglese e scienze (un modello già in vigore, ovvero il classico sperimentale firmato Brocca). La novità è la salvaguardia, nella razionalizzazione, delle comunità montane. Il nodo comuni montani è caro a Bossi, e il ministro per le Riforme, ha dato il via libera al maestro unico proprio in cambio di garanzie ben precise sulle piccole scuole del nord. Che, spiega il ministro, non verranno toccate». Non è la sola modifica (ci sono anche i licei, e la riduzione degli indirizzi dei tecnici) che ha fatto saltare le tabelle preparate nei giorni scorsi da Tremonti con tutto il piano che in tre anni punta ad un risparmio di 7,8 miliardi di euro, grazie al taglio di 150 mila unità tra docenti e personale Ata. Il progetto messo in cantiere dal ministro Mariastella Gelmini sarebbe stato considerato dal dicastero dell’Economia troppo morbido. Tra lunedì e martedì, quando il decreto approderà alla Camera con la previsione, oltre al voto in condotta, del maestro unico alle elementari (ma potrebbe essere rivisto con emendamento corposo del governo), si conosceranno le intenzioni del governo e il piano verrà consegnato nelle mani dei sindacati. Il faccia a faccia tra il ministro e i sindacati è durato poco più di due ore e la strada sarà tutta in salita. il confronto non è stato dei più sereni anche se la Gelmini ha annunciato l’apertura di tavoli tecnici di discussione (l’aveva già fatto ad agosto). Per Enrico Panini della Cgil-scuola il piano è «pura fantasia», «inaccettabile», porta alla «privatizzazione della scuola». Un esempio sono le elementari. Il decreto in discussione alla Camera prevede il maestro unico, 24 ore di insegnamento e basta. Al sindacato la Gelmini ha prospettato uno scenario diverso spiegando che verrebbero date quattro opzioni alla famiglie rispetto all’orario. La scelta è tra 24 ore, 27 ore, 30 e 40 (queste ultime due tempo prolungato e tempo pieno). «Modello supermercato», ironizza Massimo Di Menna della Uil che tuttavia è disponibile al confronto. Enrico Panini, la definisce una «bufala», proprio in ragione del decreto. Fatto sta che solo una cosa è certa: il maestro unico verrà affiancato da quello di inglese. Il resto si vedrà. Francesco Scrima, segretario della Cisl, non ha dubbi: «Più che un piano di razionalizzazione è un piano di dismissione. Avremo una scuola più povera e meno qualificata». Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda, attacca: «Non c’è alcun piano, solo dei titoli e una scelta politica». Marco Paolo Nigi, leader dello Snals si dice favorevole alle economie di spesa ma boccia «i tagli indiscriminati». La partita è tutta aperta. La mobilitazione è annunciata. L’11 ottobre scende in piazza la Cisl, il 16 la Gilda. Nel mezzo ci sono gli scioperi degli Unicobas e dei Cobas. E poi una azione compatta dei confederali, ancora tutta da decidere. |