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Mattino-Scienza, allarme degli studiosi per la ricerca

PRESENTATO IL "MANIFESTO" Scienza, allarme degli studiosi per la ricerca Costanza Falanga "Ciò che importa molto a noi è che una scoperta, ed una ricerca, iniziata in Italia maturi...

11/04/2005
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Il Mattino

PRESENTATO IL "MANIFESTO"
Scienza, allarme degli studiosi per la ricerca

Costanza Falanga "Ciò che importa molto a noi è che una scoperta, ed una ricerca, iniziata in Italia maturi e sviluppi in Italia; e che anche un'invenzione e una ricerca proficua iniziata all'estero possa applicarsi rapidamente in Italia. Dobbiamo riconoscere che senza i mezzi che l'industria ha messo a disposizione della scienza in molti Paesi, molte scoperte e invenzioni non sarebbero state fatte": parola di Guglielmo Marconi. Lo scienziato pronunciò questo discorso il 2 febbraio del 1929 in occasione del suo insediamento da presidente del Cnr, eppure a distanza di oltre ottant'anni quelle parole sono ancora attualissime, tanto che il rettore dell'Università "Federico II", Guido Trombetti, ha voluto ricordarle e farle proprie nel corso della presentazione del "Manifesto degli scienziati europei", ieri mattina a Città della Scienza: "Presentiamo un testo - ha detto Trombetti - che vuole sottolineare l'importanza della ricerca di base, l'Europa deve fissare una percentuale minima di Pil che i Paesi membri debbono investire in ricerca". Assente il Premio Nobel Rita Levi Montalcini, una folta schiera di altrettanto illustri relatori (spagnoli, tedeschi, oltre che italiani) ha spiegato e motivato le ragioni di un documento a tutela della ricerca scientifica. "Attualmente c'è una pericolosa inversione di tendenza - ha spiegato Anthony Leggett, premio Nobel per la Fisica nel 2003 - che può essere equiparata agli ostacoli che la ricerca scientifica incontrava agli inizi del secolo scorso. Solo dal 1957, ad esempio, in Inghilterra si è compreso, con il lancio dello Sputnik, la sua importanza. Oggi, invece, la ricerca pura, detta di base, incontra ostacoli dovuti alla mentalità di certi politici contemporanei i quali ignorano che i fondi per questo tipo di ricerca sono fondamentali poiché molte tra le più importanti ricerche scientifiche, soprattutto in campo medico, sono dovute alla ricerca pura, che proviene spesso da campi diversi da quelli in cui, poi, è applicata". Gli ha fatto eco in videoconferenza Tullio Regge, il fisico vincitore del Premio Einstein, per il quale è finita l'epoca del ricercatore confinato nel suo laboratorio: "La ricerca non deve badare all'immediato ma alla conoscenza e alla cultura scientifica, che significa comunicare ciò che si fa". Ma c'è di più, ricerca pura significa anche mantenere alti gli standard morali della stessa, slegandola da interessi puramente economici. È un momento storico la firma del "Manifesto", che nasce a Napoli con tanti sottoscrittori di fama nazionale, tra cui, oltre agli scienziati già citati (in sala pure Giorgio Parisi, fisico teorico di fama mondiale, pioniere della complessità, vincitore del Premio Nonino "Un maestro del nostro tempo", Massimo Capaccioli, Alberto Di Donato, Franco Salvatore), anche Andrea Ballabio dell'Istituto di genetica e medicina Tigem, Italo Mannelli della Scuola Normale Superiore di Pisa, Fernando Sols dell'Università Autonoma di Madrid, Margherita Hack dell'Università di Trieste, Tullio De Mauro e Carlo Bernardini de "La Sapienza" di Roma, Paolo Silvestrini (Seconda Università di Napoli), Paolo Gasparini della "Federico II", Vittorio Silvestrini, presidente della Fondazione Idis Città della Scienza, che ha potuto festeggiare proprio ieri il suo settantesimo compleanno con un evento davvero eccezionale. Al "Manifesto" può aderire chiunque lo desideri. Il fisico tedesco Wolfgang Heckl, direttore del "Deutsches Museum" di Monaco, ha motivato così la sua decisione di sottoscrivere l'importante documento: "Quattro motivi mi hanno spinto a farlo, sono scienziato e docente di fisica, dirigo un importante Museo che divulga scienza da oltre due secoli, sono membro della rete europea dei poli scientifici Ecsite e presidente della prossima conferenza europea Esof del 2006. Inoltre, la scienza è qualcosa di troppo importante perché se ne occupino solo gli scienziati. Ecco perché la conferenza europea coinvolge centinaia di altri partners, uomini e donne di cultura, giornalisti, istituzioni".


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