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Mattino-Riforma Prof e studenti bocciano il percorso a Y

Riforma Prof e studenti bocciano il percorso a Y LORENZO CALÒ Il "cromosoma" Y non convince docenti e studenti su...

08/07/2004
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Il Mattino


Riforma Prof e studenti bocciano il percorso a Y
LORENZO CALÒ
Il "cromosoma" Y non convince docenti e studenti sugli attributi realmente riformatori nel Dna della rivoluzione universitaria. Insomma, la cosiddetta riforma a Y, che va a modificare il Dm 509/99, lascia più di qualche perplessità. "Non si può tempestare l'alta formazione con continue riforme - sostiene il rettore della Federico II nonché componente della Crui Guido Trombetti - Avviare un nuovo meccanismo ci porta, inevitabilmente, ad avere nello stesso tempo in vigore tre ordinamenti diversi con il conseguente aggravio di difficoltà sia a livello organizzativo-amministrativo sia a livello didattico. Inoltre, non è chiara la disponibilità delle risorse: è inutile pensare che tutto si faccia a costo zero".
Ma ad acuire le preoccupazioni è innanzitutto la mancanza, per il momento, di un testo definitivo sul quale serrare il confronto. L'unico dato certo, visto anche come si è conclusa qualche giorno fa la riunione fra Crui, Cun e Conferenza dei presidi della facoltà, è che il Ministero non sembra intenzionato a concedere deroghe. Insomma, il percorso 1+2+2 si farà e agli atenei non sarà concessa la possibilità di scegliere se applicarlo o mantenere piuttosto il 3+2. "Faccio contemporaneamente un augurio e un appello - prosegue Trombetti - che non ci impongano scadenze capestro e che non si insista a voler riformare continuamente e radicalmente l'alta formazione: corriamo il rischio di ritrovarci solo macerie. Personalmente sono favorevole alle innovazioni ma l'università deve avere anche il tempo sufficiente per adeguare la didattica e mettere a punto un modello organizzativo efficiente. Altrimenti gli atenei saranno messi in ginocchio".
Lo schema attualmente in vigore prevede una laurea triennale di primo livello e una specialistica di secondo livello, di durata biennale. Con il nuovo assetto a Y, invece, dopo un primo anno comune, pari a 60 crediti formativi, gli studenti possono scegliere tra due opzioni. Un percorso biennale "professionalizzante" (120 crediti) che conduce alla laurea triennale (cioè 1+2), o un percorso "metodologico" (sempre 120 crediti) di preparazione a un ulteriore biennio (ulteriori 120 crediti), che conduce al conseguimento della laurea magistrale (1+2+2). Per la facoltà di Giurisprudenza, invece, viene istituito un modello a ciclo unico (1+4) per le professioni di magistrato, avvocato e notaio. Una apposita commissione guidata dal sottosegretario Maria Grazia Siliquini sta già esaminando le classi di laurea giuridiche per ridisegnare l'accesso alle professioni legali: entro fine mese si attende il varo dello schema definitivo. "Un passo importante - sottolinea Simona Milano, rappresentante studentesca a Giurisprudenza - tanto più che è necessario creare un collegamento tra la formazione universitaria e lo sviluppo di determinate figure professionali".
"Nel merito non mi sembra una riforma così rivoluzionaria come era stata presentata - aggiunge Pasquale Ciriello, rettore dell'Orientale - Insomma, non è ancora neppure chiaro che cosa potranno fare gli studenti dopo il triennio: mancano elementi di valutazione sugli sbocchi professionali, soprattutto al Sud, e si va ad archiviare la riforma del 3+2, senza per altro averne compreso a pieno le potenzialità o individuato i correttivi, lasciando però convivere all'interno dell'università più modelli ordinamentali". "Certo - riflette il rettore dell'università Parthenope Gennaro Ferrara - è stato un errore estendere il 3+2 a tutte le facoltà senza tener conto delle specificità delle singole discipline. Bisognerebbe a questo punto lasciare alle università l'attuazione del percorso a Y, anche in ossequio all'autonomia degli atenei". Scettici gli studenti: "Una marmellata indigesta- protestano Francesco Emilio Borrelli e Gennaro Ceparano, quest'ultimo esponente del Cnsu - una riforma che rischia di complicare un sistema già poco funzionante. E tutto questo senza aver consultato gli studenti: da febbraio sono stati eletti i componenti del Cnsu ma a tutt'oggi l'organismo non ha potuto ancora insediarsi e diventare operativo. L'ultima riunione utile è quella del 20 luglio".


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