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Mattino-Napoli_Polemica sul piano di sicurezza

SCUOLA LA POLEMICA ANNA MARIA ASPRONE "Non siamo delinquenti, non possono tenerci sotto sorveglianza, tanto meno a scuola. È uno spazio solo nostro". Riccardo, studente del III anno, frequenta i...

17/09/2003
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Il Mattino

SCUOLA
LA POLEMICA
ANNA MARIA ASPRONE
"Non siamo delinquenti, non possono tenerci sotto sorveglianza, tanto meno a scuola. È uno spazio solo nostro". Riccardo, studente del III anno, frequenta il Liceo Classico Umberto, uno dei 90 istituti per i quali è partito ieri il piano di sicurezza previsto dalla circolare del capo della polizia De Gennaro. Ma Riccardo, come molti altri suoi coetanei, non ha accettato di buon grado la notizia dei controlli. "Trovo scorretto - aggiunge infatti Marco anche lui umbertino, III anno di liceo - mischiare problemi diversi come la droga, i vandali e le agitazioni studentesche per ufficializzare la sorveglianza a scuola. Non credo che per convincere uno studente a non far uso di droghe serva la presenza costante dei poliziotti". "L'anno scorso - spiega Riccardo - proprio noi chiedemmo al questore maggiore protezione contro le intrusioni esterne ma non certo dentro la scuola. Ora hanno montato cancelli anche all'interno, credo che basti".
Francesca frequenta il terzo anno di liceo allo Scientifico "Lucrezio Caro", istituto più volte alla ribalta della cronaca per atti di teppismo e piccoli furti. E proprio ieri, all'indomani del via al piano sicurezza, l'ultimo allarme-bomba: nel cortile è stata rinvenuta una scatola di cartone piena di pile. "Abbiamo chiamato noi le forze dell'ordine - spiega il neo-preside del Liceo Bruno Bencardini - ed è stato subito chiaro che non occorreva l'intervento degli artificieri. Ho però fatto già circolare tra gli studenti una lettera in difesa della scuola, della libertà e del diritto allo studio, ricordando loro che bisogna impedire a pochi facinorosi di imporre una volontà distruttiva a tutti. La scuola è una scelta di libertà". Una richiesta di maggiore vigilanza era arrivata nei giorni scorsi anche dalla preside dell'Itc "Galiani" Armida Filippelli, dopo il rinvenimento nel cortile di un ordigno bellico.
Ma anche se il piano da ieri mattina è ufficialmente già scattato c'è chi già lo contesta. "Abbiamo fatto un controllo fuori trenta scuole e il poliziotto d'istituto non l'abbiamo visto. È paradossale - dice Andrea Pellegrino, presidente della Consulta Provinciale degli studenti - da una parte dicono che 270 uomini controlleranno le scuole, dall'altra non li riusciamo a incontrare. Non siamo pregiudizialmente contrari, condanniamo la criminalizzazione degli studenti ma vogliamo lavorare insieme con le forze dell'ordine. Per questo abbiamo chiesto un incontro a prefetto e questore". E in serata il questore ha convocato per oggi il rappresentante degli studenti. "Nessuna criminalizzazione - ha detto Franco Malvano - l'obiettivo è tutelare il diritto allo studio e prevenire atti di violenza verso gli studenti. Spiegherò loro che vogliamo essere la 'polizia di prossimità', facendo in modo da rendere più serena e sicura la vita scolastica".
Parzialmente d'accordo la Confederazione degli studenti. "Le motivazioni sono giuste - dice Francesco Borrelli, presidente della Cds - ma la metodologia è discutibile. Meglio coinvolgere gli studenti nell'operazione senza farli sentire piccoli criminali". Scettica anche la Cisl scuola: "La sicurezza nelle scuole va garantita sempre, ma senza dare la sensazione dell'assedio - dice Luigi Bifulco, segretario della Cisl Scuola - trasmettendo ai ragazzi il senso della legalità". Completo disappunto invece dall'Unione degli Studenti: "Il pattugliamento degli istituti e il monitoraggio delle proteste studentesche vuole solo reprimere il protagonismo studentesco. La circolare fa parte di un più generale piano repressivo nei confronti degli studenti e noi non ci stiamo".


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