Mattino: L’atto d’accusa dei capi d’istituto: budget già sforato, prossimo anno a rischio
Così non possiamo andare avanti. La scuola è in ginocchio
SERENA MARTUCCI
«Così non possiamo andare avanti. La scuola è in ginocchio. Siamo ridotti ormai ad elemosinare perfino la carta igienica. Viviamo un momento di estrema incertezza riguardo al futuro dei nostri istituti e degli alunni. Dobbiamo farci sentire». È un’accusa dura e compatta lanciata dai dirigenti scolastici degli istituti napoletani che ieri pomeriggio si sono riuniti tutti insieme per organizzarsi e resistere contro «i tagli indiscriminati alla pubblica istruzione da parte del Ministero». Nella sala del 17° circolo didattico «Angiulli» della Sanità in cinquanta, tra presidi, dirigenti amministrativi, rappresentanti dei genitori e dei docenti, hanno a lungo discusso su quali proteste adottare per far fronte all’emergenza che sta vivendo la scuola cittadina considerando che, stando ai dati forniti dall’Associazione Scuole Autonome della Campania, i tagli alla scuola per quest’anno scolastico, rispetto al 2005-2006, ammontano a circa il 60-70%. «È assurdo credere che così si possa continuare a garantire un’istruzione di qualità - rincara Fernanda Brevetti, preside della media «Confalonieri» - Per oltre 750 alunni il ministero ha stanziato meno di 3.500 euro. Per tutto l’anno. Come si fa a pagare le spese postali, fotocopie, detergenti, registri di classe? Per non parlare dei contratti di manutenzione. Io solo per la pulizia dei locali spendo 2.000 euro l’anno. Dal prossimo anno dovrò chiedere agli insegnanti di utilizzare dei quadernoni al posto dei classici registri di classe». Alla «Silio Italico» non hanno più un euro per pagare le supplenze, stessa situazione alla «Maiuri» e negli istituti superiori per non lasciare le classi scoperte si invitano i ragazzi ad entrare in seconda o addirittura in terza ora. «Per ogni alunno napoletano il ministero stanzia, dal 1° gennaio, circa 2,70 euro rispetto ai 5,95 di uno studente romagnolo» aggiungono i presidi. Una discriminazione per la quale abbiamo chiesto più volte spiegazioni. La ripartizione delle risorse quest’anno è avvenuta secondo nuovi parametri che ancora non siamo riusciti a capire. Sta di fatto che nella martoriata scuola del Sud per far funzionare gli istituti viene concesso la metà di quello che spetta alle scuole dell’Emilia Romagna». A metà anno solare quasi tutte le scuole hanno già sforato il budget assegnato. «Solo per la Tarsu, la tassa della spazzatura, il ministero mi ha concesso 18 mila euro ma il Comune ne chiede 75 mila», aggiunge Vincenzo Ciotola, dirigente d’istituto del Navale di Bagnoli e a rischio è anche la sezione materna della succursale dell’Angiulli. Fino ad ora i piccoli iscritti che l’anno prossimo dovrebbero frequentare l’istituto di Salita Mauro sono diciannove ma manca il bidello per poter aprire la sede. «Questa non è la guerra dei presidi o dei docenti, ma è una battaglia di tutti per una scuola di qualità - concludono i rappresentanti riuniti in assemblea - Ora vogliamo sensibilizzare i parlamentari della Campania, sia di destra che di sinistra, a sostenere ed appoggiare questa protesta. Con noi ci sono i genitori, gli alunni, il personale ATA. Aspettiamo una reazione anche dell’Ufficio scolastico regionale».