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Mattino-Il tutor c'è, ma non si vede

Il tutor c'è, ma non si vede Lo stop dei sindacati: nel contratto di lavoro non sono indicati compiti e compensi Indagine per verificare l'attuazione delle novità SERENA MARTUCCI Tut...

05/10/2005
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Il Mattino

Il tutor c'è, ma non si vede
Lo stop dei sindacati: nel contratto di lavoro non sono indicati compiti e compensi Indagine per verificare l'attuazione delle novità

SERENA MARTUCCI Tutor, questo sconosciuto. Il fiore all'occhiello della nuova riforma, il maestro unico che avrebbe dovuto valutare gli studenti, gestire i rapporti con le famiglie, consigliare i percorsi educativi e soprattutto redigere il famoso "portfolio delle competenze", una sorta di libretto che accompagna l'alunno fino all'università, praticamente non è mai entrato in classe. Assente ingiustificato. In attesa che vengano stabiliti i compiti, i limiti e soprattutto l'indennità economica. Infatti, spiegano i sindacati "Il rapporto di lavoro si regola esclusivamente in base al contratto, dunque se nel contratto non c'è scritto che cosa sia il tutor, quante ore debba essere impegnato e con quali soldi retribuito, la funzione di fatto non esiste". Quindi niente accordo, niente tutor. Finora il problema è stato accantonato anche nell'ultima contrattazione nazionale. Il tutor è dunque un "desaparecido" nella scuola della riforma che comunque si è organizzata per rispettare, almeno formalmente, le disposizioni ministeriali: molte scuole napoletane hanno indicato una sorta di tutor collettivo in maniera da non porsi fuori della legge senza però doverne subire gli svantaggi. O, almeno, quelli che i professori ritengono siano svantaggi. Al 70° circolo "Santa Rosa" i bambini della materna possono contare sui coordinatori, mentre gli alunni delle elementari sperimentano la funzione tutoriale diffusa, ovvero con tutti gli insegnanti occupati a svolgere le mansioni da tutor. "In verità all'inizio non è stato così semplice - spiega la preside Marina Giacuino - ma i nostri docenti sono allenati al cambiamento. Resta un vuoto istituzionale che crea ansie e confusione". Tutor diffusi anche alla media Colletta, alla Ristori, al 33° circolo "Risorgimento" e in tantissime altre scuole, al centro come in periferia: in questo modo il surplus di lavoro creato dalle innovazioni viene equamente diviso. "Ci siamo organizzati tra di noi- spiega la preside della Colletta, Annarita Quagliarella - perché a voler rispettare in pieno quello che la riforma prevede a proposito delle mansioni del tutor, la scuola avrebbe bisogno di risorse umane aggiuntive difficilmente conciliabili con il tempo da dedicare alla docenza". E gli istituti che non hanno optato per la funzione collegiale, hanno fatto ricorso alla vecchia maestra prevalente, che trascorre più ore in classe rispetto gli altri insegnanti, o a soluzioni che cercano di conciliare le funzioni del tutor con la situzaione reale: molyti hanno fatto ricorso al cosiddetto coordinatore. E proprio per verificare l'attuazione della riforma in questi giorni l'ufficio scolastico regionale ha organizzato un monitoraggio negli istituti della scuola primaria. "Vogliamo solo esaminare lo stato delle cose - spiega Francesca Veglione, dirigente dell'ufficio - Entro fine ottobre avremo i dati sulla situazione della riforma in Campania". E sempre sulla questione tutor anche l'associazione nazionale dei presidi ha organizzato, l'11 ottobre a Saviano, un convegno "Sul ruolo del tutor nella scuola primaria". "Ci sentiamo in mezzo ad un guado - conclude Vincenzo Ciotola, presidente dell'Associazione nazionale presidi della Campania - Nelle trattative tra Governo e sindacati l'argomento tutor è stato completamente accantonato, lasciando le scuole in una situazione di assoluta precarietà".


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